Gli studenti della 3aS1,
il 27 maggio, hanno visitato l’Officina dei
Papiri Ercolanesi, il cuore più “antico” della
Biblioteca Nazionale di Napoli. L’Officina
accoglie la raccolta composta da 1788 papiri
rinvenuti, nella seconda metà del Settecento,
nella villa dei Pisoni, ad Ercolano. Sepolti
dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. e portati
alla luce da una lunga campagna di scavi
archeologici, i rotoli carbonizzati contengono
scritti in greco di età ellenistica,
prevalentemente epicurei. Epicuro, Demetrio
Lacone, Metrodoro, Polistrato, Filodemo di
Gadara erano gli autori preferiti dai Pisoni,
che nel peristilio della loro villa di Ercolano
avevano messo insieme una biblioteca formata, in
prevalenza da scritti di autori non famosissimi,
ma inseriti nel dibattito culturale di quegli
anni. È su Filodemo che gli studiosi di
filosofia hanno appuntato la loro attenzione,
rivelandosi egli, grazie ai papiri, come un
abile poligrafo, capace di riportare alla moda
eclettica imperante la stessa riflessione
epicurea, generalmente ostile al sincretismo e
al prevalere degli studi logici e retorici. I
papiri testimoniano che, a Napoli, verso il 75
a. C., Filodemo frequentava L. Calpurnio Pisone,
suocero di Cesare e avversario di Cicerone,
collaborava con Sirone, il maestro di Virgilio
ed è probabile che conoscesse personalmente
quest’ultimo.
Il
recupero dei papiri carbonizzati ha messo alla
prova esperti e tecnici europei per circa tre
secoli e, ancora oggi, i papiri sono stati
tutti “svolti” e decifrati.
Tra gli interventi più significativi si ricorda
l’utilizzo, sollecitato da Carlo III di Borbone,
della macchina per svolgere i papiri costruita,
nel Settecento, da Antonio Piaggio;
successivamente, i papiri furono distesi grazie
al metodo “osloense”, basato sull’impiego di
acqua, gelatina ed acido acetico. Nel 1969, il
professore Marcello Gigante ha fondato il Centro
Internazionale per lo Studio dei Papiri
Ercolanesi, convogliando a Napoli le esperienze
e le risorse tecniche e filologiche
internazionali. Negli ultimi anni, la
riproduzione multispettrale della collezione ne
ha facilitato la lettura.
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