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10
maggio. In streaming, presentati dall’attrice
Veronica Pivetti, sul palco del teatro San Marco
di Benevento, si sono susseguiti i dodici autori
partecipanti al LXVII Premio Strega. Tale
presentazione è avvenuta in vista della
premiazione, che avrà luogo, come consueto, in
Casa Bellonci il 4 luglio.
Dopo un breve intervento del sindaco della
città, Pepe, ecco i dodici scrittori uno alla
volta salire sul palco a presentare il proprio
libro.
Cinque libri in particolare hanno attirato la
mia attenzione.
Il
primo, in realtà il secondo in ordine di
presentazione, quello del già veterano della
scrittura, Aldo Busi, assente alla
manifestazioni per problemi non chiari. Unico a
narrare semplicemente una storia, fine a se
stessa. Protagonista uno scrittore il quale,
dialogando con una foglia, dà vita al teatrino
delle sue emozioni e del tormentoso dilemma:
scrivere o non scrivere quel romanzo. E qui
compare il personaggio che dà nome al libro: El
especialista de Barcelona, letteralmente un
“professore”.
Segue Paolo di Paolo. Edito da Feltrinelli,
“Mandami tanta vita” è un escursus sulla
situazione generale in Italia negli anni
ottanta, un romanzo storico-biografico, con un
po’ di licenza dai fatti realmente accaduti.
Un’altra narrazione classificabile come romanzo
storico è quella di Alessandra Fiori che con “Il
cielo è dei potenti” fa della forte problematica
politica italiana degli ultimi decenni un libro.
“Resistere non serve a niente”, invece, compie
il percorso inverso, partendo da una storia per
dilungarsi in una digressione su un vivo
problema dei secoli XX e XXI, la finanza.
In
ultimo un romanzo che cela una triste allusione
autobiografica, sul dolore struggente di una
madre al bivio: un figlio con una grave malattia
e una scelta, abortire non sapendo se possa il
bimbo sopravvivere al parto; o sfidare mondo
regole e sorte, stagliarsi come una piccola
figura contro una fortissima luce abbagliante.
Col rischio di venirne inghiottiti.
Oltre ciò, mi ha colpito profondamente una cosa.
Negli ultimi tempi, e il Premio Strega ne è
stato un ottimo esempio, due tematiche in
particolare sembrano dilagare: l’adolescenza e
l’amore. Storie di teen-agers tutte uguali:
innamorati, pessimisti, scapestrati, magari
orfani, ambientate in grandi città e con un
amico del cuore con cui puntualmente litigano.
Lunghe catene di narrazioni di questo genere si
susseguono, a volte anche originali, ma spesso
ridondanti e per i temi e per lo stile.
Idem per le storie d’amore, poco impegnative e
rilassanti, vero. E oggigiorno, dopo secoli di
inventiva a dir poco geniale, è strano
accontentarsi di così poco.
Non dico che l’Arte, ciò che l’Uomo ha fatto di
più alto, debba trascendere questi temi, anche
perché senza amore e problemi molto
probabilmente non esisterebbe neanche lei. Ma
l’Arte è viva e fresca come un ruscello
dall’allegro suono, e anche se a volte diventa
un placido fiume in una valle, non è mai uno
stagno. |