Studenti provenienti dai migliori licei classici
italiani o stranieri radunati per tradurre
Orazio: un sogno? No, una realtà resa possibile
dall’I.I.S.S. Quinto Orazio Flacco di Venosa.
Anche due studenti del Telesi@, Carmine Cavaiuolo e Saverio Simonelli,
che frequentano la 4aA del Liceo
Classico, accompagnati dalla prof.ssa Loredana Di Leone,
hanno partecipato al Certamen Horatianum che si
è tenuto a Venosa, in Basilicata, dal 2 al 5
maggio 2013.
La commissione del Certamen presieduta dal prof.
Paolo Fedeli, accademico dei Lincei, ha scelto
una Epistola poetica (Epistulae, II, 2 vv.141-179),
nella quale Orazio esprime il desiderio di
abbandonare la poesia lirica per dedicarsi alla
saggezza della Filosofia.
L’esperienza si è rivelata stimolante e molto
coinvolgente per tutti noi che, per tre giorni,
da mattina a sera abbiamo condiviso il nostro
tempo con altri coetanei italiani, austriaci,
rumeni o bulgari, animati da vivo senso critico
e amore per la cultura. Con entusiasmo e
curiosità abbiamo colto l’opportunità di
approfondire la nostra preparazione e metterci
alla prova, raccogliendo il plauso del
Presidente della commissione giudicatrice che,
consegnandoci gli attestati di partecipazione,
ha lodato l’elevato livello qualitativo degli
elaborati prodotti.
Nei tre giorni trascorsi a Venosa, luogo ameno
dove si intrecciano storia, letteratura e arte,
non sono mancate le escursioni organizzate dagli
studenti della scuola ospitante, eccellenti
guide turistiche appositamente preparate per
quest’evento, in grado di farci apprezzare la
bellezza dei paesaggi e i complessi monumentali:
il castello di Pirro del Balzo e il museo
archeologico Nazionale, la cattedrale di S.
Andrea e il parco archeologico con l’abbazia
della Trinità sorta in epoca paleocristiana sul
luogo di un tempio pagano e poi ampliata dai
benedettini, le rovine romane e la casa di
Orazio.
Quest’esperienza è stata veramente unica e
indimenticabile anche per l’accoglienza
riservataci dalle famiglie ospitanti e ci
indurrà a tornare in questa bella città, esempio
unico di continuità tra l’età romana, il
medioevo e l’età moderna. |