Milano.
Sabato 18 marzo 1978
“Il vento di marzo sposta il lampioncino in
fondo a destra, lo fa dondolare come
un’altalena. Il silenzio maschera il rumore
sordo di passi veloci. Sono quelli di Fausto
Tinelli e Lorenzo Iannucci, detto Iaio. Due
ragazzi che vestono all’antica: jeans
scampanati, camicione a quadretti, giubbotti con
le frange, capelli lunghi. Alle 19.30 percorrono
via Mancinelli, la strada che divide in due il
quartiere Casoretto. Trecento metri senza una
luce, un luogo poco frequentato, buio. Trecento
metri che mettono paura. La loro vita scorre
come la trama di un film ed i ricordi sono
rapidi. Quelle giornate passate a suonare al
Parco Lambro, sognando la California, l’India,
il Messico, sempre lì, pronti ad ascoltare chi
torna da mete lontane, ognuno dentro la sua
piccola verità. Le voci degli amici, delle
ragazze, le lunghe discussioni politiche, le
feste al Centro Sociale Leoncavallo, il teatro.
Il concerto di blues. All’altezza del portone
dell’Anderson School i passi d’improvviso si
fermano. Fausto e Iaio avvertono il pericolo e
si voltano per chiedere aiuto. Tre persone si
avvicinano con fare sbrigativo. Li
bloccano. Si fa avanti uno con l’impermeabile
bianco ed il bavero alzato. - Siete del Centro
Sociale Leoncavallo? – pausa. Fausto e Iaio si
guardano increduli. Non rispondono perché non vi
è alcuna risposta. Il senso della loro speranza
si spegne sotto i colpi di otto proiettili
Winchester calibro 7,65. Fausto Tinelli e
Lorenzo Iannucci sono stati riconosciuti
vittime del terrorismo politico.”
In
mattinata, presso il Polo Tecnologico
dell’I.I.S. Telesi@, si è tenuto un
convegno-dibattito per ricordare la storia di
Fausto e Iaio, patrocinato dal Comune di Telese
Terme e dalla sezione locale dell’A.N.P.I. Sono
intervenuti Pasquale Carofano (sindaco di Telese
Terme), Domenica Di Sorbo (dirigente I.I.S.
Telesi@), Alessandro Liverini (giornalista e
moderatore), Nuccio Franco (giornalista e
scrittore), Antonio Conte (Presidente Anpi
Sannio) e alcuni studenti dell’Istituto. A
seguire la cerimonia di intitolazione dei
giardini delle scuole elementari, “I Giardinetti
di Fausto e Iaio”.
Sono trascorsi 35 lunghi anni dall’omicidio dei
due diciottenni del Centro Sociale di
Leoncavallo, eppure verità non è stata mai
fatta. Il procuratore Spataro ed il giornalista
Brutto non hanno mai individuato né i mandanti
né gli esecutori del delitto. Ad oggi per Fausto
e Iaio non vi è giustizia penale. Le loro
indagini sul traffico di eroina e cocaina nel
quartiere di Lambrate Città Studi
destabilizzarono la potente malavita organizzata
e indussero l’estrema destra milanese a reagire.
Tra i dubbi ancora irrisolti il covo BR di via
Montenevoso e il ruolo dei servizi segreti
giunti da Roma a Milano, nel pieno del rapimento
di Aldo Moro.
“Partire da un singolo fatto concreto per trarre
da esso tutti i significati possibili, per
costruire reti di valori e di senso –esordisce
Liverini, dopo i sentiti ringraziamenti –
partecipazione è stare insieme, ed è da lì che
nascono i sogni e la politica buona. Tornare
indietro è indispensabile per ricominciare, per
cancellare il dramma di oblio degli ultimi
anni”.
Il
sindaco Pasquale Carofano apre commentando
l’episodio: “Lorenzo e Fausto sono il simbolo
dell’impegno civile e sociale, l’emblema della
cittadinanza attiva, che è partecipazione
attraverso i libri e la cultura”. Poi la
spiegazione dell’iniziativa toponomastica: “Dopo
35 anni di dimenticanza assoluta ritorniamo a
ricordare il nostro concittadino Lorenzo, nato a
Telese prima di emigrare a Milano. Ma è come se
anche Fausto fosse figlio nostro”.
Dopo l’intervista alla sorella di Iaio, Maria
Iannucci, Nuccio Franco riporta le sue
esperienze di vita e le sue opinioni a riguardo:
“Né Fausto né Iaio erano drogati o tossici, il
filone della droga è da escludere, come i
regolamenti di conti. Ma continuare a
rivendicare non fa che aumentare la
rabbia. Abbiamo bisogno di ricordare per
costruire un futuro migliore.”
Poi la lettura della mail di Maria (è nata
l’associazione familiari e amici di Fausto e
Iaio) ed il ringraziamento alla cittadinanza
telesina.
Significativi e profondi gli interventi del
Presidente Conte e della Dirigente Domenica Di
Sorbo: “Quando si nasce in un luogo si nasce per
sempre, ma si può morire in un altro – afferma
il professore – si tratta di un episodio tragico
che si iscrive nella grande storia, l’incontro
di oggi deve essere un’operazione morale,
culturale e politica nel senso alto del termine.
Un omaggio non formale ma di condivisione
critica del sacrificio di Lorenzo e Fausto, che
rappresentano un progetto di vita e
trasformazione sociale. La memoria è pensiero e
impegno nella quotidianità.” Con commozione e
trasporto Conte racconta la sua esperienza
parlamentare di quegli anni e il difficile
compromesso storico: “Ci furono tanti episodi,
ragazzi morti e caduti in agguati. Ma la
democrazia seppe essere dialettica viva. Un filo
rosso per il sangue ed un filo nero per l’azione
di forze eversive.”
“Il compito della Scuola è costruire
partecipazione, di insegnare valori e mettere
gli studenti in condizione di imparare – afferma
la Dirigente Domenica Di Sorbo - ricordare
significa integrare nelle aule riflessioni di
elaborazione critica per il futuro. La passione
e l’impegno dei miei ragazzi sono la
dimostrazione di quanto è possibile fare, e lo
stimolo per continuare a farlo”.
Al
termine della manifestazione le domande degli
studenti e brevi letture sul significato della
Scuola oggi. La voglia di riscatto generazionale
contro l’apatia ideologica e sociale, un
risarcimento morale all’omertà e alla latitanza
delle istituzioni dopo 35 anni. La scuola
che promuove la formazione dell’uomo e del
cittadino, ha il dovere etico di costruire
personalità solide e capaci di conservare
sistemi valoriali di riferimento. Well-educated=
Ethics, Knowledge, Thinking and Leadership.
“Gli insegnanti ideali sono quelli che si
offrono come ponti verso la conoscenza e
invitano i loro studenti a servirsi di loro per
compiere la traversata; poi, a traversata
compiuta, si ritirano soddisfatti,
incoraggiandoli a fabbricarsi da soli ponti
nuovi.”
Un
ringraziamento speciale alla prof.ssa Rivellini
che ha organizzato e curato l’iniziativa.
Per Fausto e Lorenzo, perché ricordare è vivere. |