La
notte del 4 Marzo 2013 Napoli perde uno dei suoi
gioielli. Un vastissimo incendio ha distrutto
Città della scienza, il museo interattivo uno
dei più validi attrattori turistici della città,
con una media di 350mila visitatori l’anno.
Proprio nel giorno in cui noi, studenti del
Telesi@ avevamo assistito a diverse attività
proprio sul luogo, e dove avevamo trascorso una
piacevole mattinata tra chimica, biologia e
interessanti esperimenti.
Tornando a casa avevamo avuto l’ennesima
conferma che questo museo interattivo era
davvero un fiore all’occhiello e effettivo vanto
per noi campani. Ma dopo poche ore, la
diffusione della notizia. Siamo rimasti senza
parole, personalmente amareggiato. L’area
distrutta dalle fiamme è stimata in 10-12mila
metri quadrati, praticamente l’intero centro, a
eccezione del “teatro delle Nuvole”, un corpo
separato che ospitava rappresentazioni.
”Mi sembra che dietro le fiamme ci sia una mano
criminale”, ha commentato Luigi De Magistris, a
evidenziare lo squallore e la misera trivialità
di un Paese tormentato dalla mano criminale, che
vuole sottomettere e opprimere le coscienze dei
più e piegare al proprio servizio una
popolazione da troppo assoggettato alla Camorra.
Ecco che città della scienza, angolo di sapere
luminoso in una città di velata omertà diventa
facile preda per una feroce criminalità
organizzata radicata ormai sul territorio,
continuamente impoverito e derubato dalla
stessa. Criminalità che immiserisce, spoglia e
sfrutta la sua stessa terra diventata schiava
della sua mano armata. I 160 dipendenti della
"Città della Scienza" erano in attesa di
stipendio da 11 mesi. Una situazione che oggi
appare drammatica visto che la vita del centro
scientifico dipende da finanziamenti regionali e
del Miur.
L’entità del disastro ha fatto intervenire anche
l’Unione europea. “La commissione Ue è pronta a
valutare il cofinanziamento per la
ricostruzione”, ha avvertito il commissario per
le politiche regionali, Johannes Hahn,
esprimendo “profondo dolore per l’incendio alla
Città della scienza”. “In primo luogo dipende
dalla Campania e dalle autorità di Napoli
valutare quando e come il museo potrà essere
ricostruito”, ha spiegato il commissario, “ma
data l’importanza del luogo, la commissione è
pronta a valutare il cofinanziamento del
progetto”.
L’incendio di Città della Scienza diventa così
emblema di una società annichilita, senza
valori, che vede sottrarsi un patrimonio dal
valore inestimabile, che assiste al deturpamento
di un territorio già troppo ferito, il cui
futuro le è continuamente negato. Le fiamme tra
gli stabili di città della scienza sono simbolo
di una parte dell’ Italia che continuamente
ripudia la cultura, che la schiaccia, la
distrugge, sentenzia la sua condanna al rogo. Ma
c’è anche un’ Italia che come noi, dalla cenere
di città della scienza spera si rigeneri una
coscienza comune che miri al futuro e che
rialzandosi possa spiccare ilvolo verso la
ricostruzione.
![](foto/CittaScienza.jpg)
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