23 gennaio 2013

 

Il Vantone al Teatro Mercadante di Napoli

di M. Federica Viscardi

Ieri le classi 2aC1, 2aC2, 3aC1 e 5a A del Liceo Classico Telesi@ hanno assistito alla prima de "Il Vantone" di Plauto, nella traduzione di Piero Paolo Pasolini e con la regia di Arturo Cirillo, presso il Teatro Mercadante di Napoli.

Ancora una volta tutto il fascino del mondo antico, la ricercatezza dell'inganno, lo svolgersi rapido ed intricato delle vicende narrate, il discorso grottesco ma studiato hanno fatto da sfondo ad un piccolo capolavoro a portata di mano.

Pasolini ha tradotto Plauto riadattandolo perfettamente all'ambiente da lui prediletto: Roma, la stessa raccontata in buona parte dei suoi film e dei suoi romanzi, non quella borgatara, come potrebbe apparire dal linguaggio del testo, ma la vera, quella che tutt'oggi si rivive perdendosi nei vicoletti del centro.

Addirittura fa sfoggio d'erudizione nel costruire l'intera opera in settenari, cantati e recitati in romanesco, tutti in rima e perfettamente articolati. È, questa, una struttura metrica complessa e ricercata, già prediletta, a suo tempo, da Molière e che non esisteva (come, del resto, la rima di per sé) al tempo di Plauto.

Dalla musicalità conferita al testo scaturisce un'operetta, "una cavalcata senza sosta sulle parole di Plauto" la definisce il regista.

La compagnia è di soli uomini, come voluto da Pasolini nella traduzione originale, con un preciso intento: quello di conferire non un realismo assoluto, ma una realtà "costruita", un gioco di specchi e di illusioni, che soltanto così è reso al meglio.

Lo si intende bene osservando la scenografia: non particolareggiata, ma essenziale, proprio come nelle commedie plautine.

Non è necessario mettere insieme una scena perfetta: la scena è nella mente di chi guarda, libero di immaginarla come vuole. Un hula hop fa da passaggio tra due case, due piccoli divani rappresentano i salotti, le luci non ricordano altro che il palco d'un teatro, il teatro che consente ancora di trascendere, di guardare oltre il limite imposto dai propri occhi.

Pasolini scriveva in proposito che "il mondo di Plauto è un mondo già teatrale, è già un mondo pre-capocomici" a cui sarebbe inutile aggiungere altra finzione o altra realtà, è già perfetto come nasce.

È uno spettacolo che racconta il vero, l'altra metà che è dentro di noi.

Quella metà, ieri, l'abbiamo ritrovata.

  

video trailer: http://youtu.be/d7JZ7XHwst0?t=9s