“Lampi
generati da un medesimo sguardo di Dio”: ecco
come Domenico Guerrazzi considerava la musica,
arte per eccellenza insieme alla poesia.
È
proprio da qui che sono partiti gli studenti
dell’I.I.S. Telesi@ che oggi si sono esibiti
presso la Bibliotec@, guidando il pubblico in un
viaggio nel tempo che, prendendo vita dalla
musica barocca e passando per i canti popolari
campani, ha condotto fino alla musica pop
contemporanea.
L’iniziativa è nata dagli studenti
dell’indirizzo Scienze Umane, opzione Economico
Sociale, con sede a Solopaca e, non a caso, ha
avuto come protagonista d’eccezione la cultura
popolare solopachese, affiancata a quella di
patrimonio nazionale.
Accanto agli studenti di Scienze Umane, però, ce
ne sono stati altri provenienti da ogni
indirizzo del Telesi@: proprio come tanti
piccoli tasselli questi ragazzi, insieme, hanno
ancora una volta composto un puzzle.
La cultura, sia essa musicale, letteraria o
scientifica, non ha confini: allora il Telesi@
ha aperto le sue porte a tutti gli effetti,
coinvolgendo giovani che non fanno parte
dell’istituto (Simone Romano, studente
dell’Istituto Alberghiero ed Emanuele Procaccini,
ex studente del Telesi@), accomunati dalla
grande passione per la musica e pronti a
collaborare, al di là dell’ambito scolastico di
appartenenza.
L’iniziativa,
di grande successo, è stata curata dai proff.
Teodolinda Franco, Michelangelo Malgieri,
Rossella Gargano e Pasqualina Volpe. È
intervenuto anche l’avvocato Alessandro Tanzillo,
che ha presentato la figura di Baldassarre
Fasani, poeta di origini solopachesi.
L’obiettivo è stato quello di dimostrare come la
poesia e la musica siano due forme artistiche
molto vicine che, specialmente nella tradizione
popolare, coesistono e si completano.
Tutta la meraviglia, lo stupore, l’estasi, la
ricerca del sublime caratteristiche del ‘600 si
sono dimostrate particolarmente evidenti nella
tavolozza musicale utilizzata dai compositori di
quel tempo per soggiogare gli ascoltatori e
catturarne l’attenzione. Forse è proprio in
quell’antica capacità che si cela l’abilità a
mantenere vigili e svegli gli uditori.
Ma, al di là della musica d’ogni tempo che non
muore mai come quella Barocca, ogni area
geografica possiede le proprie tradizioni: i
canti popolari sono espressione spontanea dei
popoli, ne interpretano i sentimenti e le
aspirazioni, ne rispecchiano i problemi e le
glorie, le speranze e i riti che, unanimemente,
uomini, donne e bambini innalzano a gran voce.
Anche i nostri piccoli paesi hanno una loro
cultura popolare, ricca e degna di essere
ricordata: è necessario che i più giovani
prendano coscienza dei valori caratteristici
della propria terra, della storia locale. E
quale modo migliore di farlo se non riportando
in vita le più sane tradizioni attraverso la
musica?!
Il
folklore non è altro che la tangibile
manifestazione di un sapere non scritto, ma vivo
negli anfratti della memoria, il sentimento
svelato di appartenenza ad una cultura, punto di
collisione tra passato, presente e futuro: i
nostri antenati ci hanno lasciato dei ricordi,
un mondo pieno di segreti da conoscere,
l’insieme di ragioni per cui siamo come siamo,
ed è nostro compito custodirlo gelosamente e
trasmetterlo ai posteri.
E
poi,inevitabilmente, dalle tradizioni hanno
preso vita i generi musicali che costituiscono
il patrimonio culturale contemporaneo, interesse
fondamentale dei giovani.
Proprio
in virtù di questo interesse, della capacità
della musica leggera di emozionare e di attivare
processi affettivi di identificazione in un
gruppo sociale, essa rappresenta uno dei motivi
che più incentivano ad aprirsi alla cultura.
Nietzsche diceva che senza la musica la vita
sarebbe un errore: probabilmente aveva ragione e
gli studenti del Telesi@ oggi ce l’hanno
dimostrato.
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