Nell’incantevole cornice dell’abbazia
benedettina di San Salvatore Telesino, si è
tenuta la presentazione del libro “IPAZIA, la
sublime” di Angela Iacobucci, ex-professoressa
di Scienze, Chimica e Geografia nei licei della
città e della provincia di Benevento.
L’incontro, mediato dal Vicesindaco nonché
dall’Assessore alla Cultura del Comune di San
Salvatore Telesino, il dott. Emilio Bove, è
stato animato dagli interventi del Sindaco di
San Salvatore Telesino Pasquale Izzo,
dell’Assessore all’Ambiente alla Provincia di
Benevento, Gianluca Aceto, dal prof. Federico
Marazzi, Docente di “Archeologia Medioevale”
presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di
Napoli, e dal Presidente della Provincia di
Benevento, Aniello Cimitile. Presenti anche due
scuole del territorio, il Liceo Classico “Luigi
Sodo” di Cerreto Sannita e l’IIS Telesi@ di
Telese Terme, che hanno riproposto, con
accompagnamento musicale, la lettura di alcuni
brani del libro.
La
figura di Ipazia, donna dal sapere straordinario
“tanto da far dir di lei”, fatto ignominioso per
quel tempo, ha riunito le generazioni di questo
tempo rievocando quel peso (s)comodo di quella
cultura spesso lasciata dietro le quinte. Sul
palcoscenico di una serata invernale è invece
salita l’autrice, Angela Iacobucci, che con la
giusta emozione che solo una donna può dare, ha
saputo coinvolgere e attrarre alla lettura del
volume il numeroso pubblico, forte di fare le
veci di una personalità misteriosa e al contempo
rivelata dalla sua stessa grandiosità, emblema
del ricercato connubio tra bellezza e genialità.
Ecco il commento degli studenti al passo scelto:
“Ipazia, la sublime, è una donna
ultra-contemporanea, che vede nel suo processori
formazione la richiesta di emancipazione
femminile. È una donna che nella sua coerenza,
si fa portatrice di valori e diritti liberali,
rivendicando la propria dignità di essere
persona. Ipazia scienziata, filosofa, martire di
un eroismo inconsapevole e taciuto. Ricordarla
vuol dire conservare l’onesta intellettuale
presente in ognuno di noi, l’amore per
l’innocenza e la verità. Oltre la “damnatio
memoriae”, il destino e la morte. L’illusione
dei vivi lascia traccia e si concretizza nella
cultura. L’arte sublima, de-massifica e
personalizza: la ricerca di Ipazia è la ricerca
di ognuno di noi, la battaglia di giustizia al
servizio della collettività, il diritto e il
dovere di sentirsi etici e andare oltre.”
La
riscoperta della cultura si interseca
necessariamente con la memoria e la
collettività. La politica ha, dunque, il compito
di promuovere e di salvaguardare la formazione e
la diffusione della conoscenza: i processi
generazionali sono, difatti, parte di un tutto
che deve essere ricordato per andare e guardare
oltre la contingenza del momento. Dalle radici
storiche dell’Impero romano e dalla figura di
Ipazia nasce la lotta ai pregiudizi e alla
manipolazione della realtà dei fatti. Ma anche
di quella cultura che per e con Ipazia non era
mai stata così bella. |