Lo
stage dei liceali telesini a Tolosa è durato tre
settimane; gli studenti dell’Istituto Telesi@
hanno elaborato, aiutati da tutor aziendali e
guidati dai propri docenti, ben 4 progetti di
rivalutazione di una tenuta denominata ‘Domaine
des Barrots’ poco distante dal centro di
Tolosa. L’esperienza lavorativa degli alunni è
stata finanziata dai fondi strutturali europei (PON)
e ha visto in media 6 ore di lavoro al giorno.
Tra gli scopi dello stage il perfezionamento
della lingua francese e il conoscere nuovi stili
lavorativi: l’azienda ospitante (ENEXSE) è
infatti una agenzia di servizi pronta ad operare
in qualsiasi ambito.
L’attività entusiasmante ha lasciato anche
spazio al divertimento e alle visite turistiche.
Tra le località visitate le città di Albi,
Carcassonne e Lourdes. Anche la bellissima città
di residenza, Tolosa, è stata oggetto di
approfondimenti culturali. A parte turismo e
cultura, è stato inevitabile osservare la vita
di tutti i giorni, le abitudini, gli usi e i
costumi. Risiedere per tre settimane in un
ambiente diverso da quello abituale favorisce
riflessioni basate sulle enormi diversità tra i
due luoghi.
Le
differenze potrebbero riempire un elenco
interminabile; di tutte una: la presenza (in
Francia e a Tolosa) di una ricca rete di canali
fluviali navigabili: piacevoli i vantaggi
rivolti a una moltitudine di utenti; per quanto
mi riguarda ho apprezzato in particolare le rive
dei canali di Tolosa: sono perfettamente
ciclabili e percorribili per allenamenti o per
semplici passeggiate. Questi canali sonno molto
frequentati da persone di ogni età che curano il
proprio benessere in modo assolutamente
piacevole e gratuito. La rete dei canali di
Tolosa permette di progettare percorsi
individuali a circuito perché tutti comunicanti
tra loro e con il grande fiume della città (la
Garonna), esso stesso costeggiato da piste sulle
due rive.
Il
fascino di questo mondo nuovo l’ho scoperto per
caso durante gli allenamenti mattutini. In piena
città, costeggiando le strade si è immersi in un
ambiente verde insolito. Lo scorrere dell’acqua
in alcuni tratti riusciva a coprire il rumore
del traffico; decine e decine di “bonjour!”
regalati (e ricevuti) agli sconosciuti francesi
inauguravano in modo positivo la giornata; i
trilli dei campanelli delle bici provenienti da
dietro, arricchivano i suoni della natura; la
vista dei battelli affascinava per la cura dei
terrazzini viaggianti; le luci dell’alba (alle 8
meno un quarto) disegnavano nuovi colori nella
Garonna ad ogni mio passo.
Il
più grande dei canali di Tolosa è il «Canal du
Midi»; a seguire il «Canal Lateral de la Garonne»
e il «Canal de la Brienne»; anche i fiumi «Hers
» ad est della città e il «Touch» ad ovest
completano la rete fluviale e quella delle piste
ciclabili. Il Canal du Midi, bene protetto
dall'UNESCO e patrimonio dell'umanità, è un
canale artificiale lungo circa 240 km che va da
Tolosa a Sète, porto sul Mar Mediterraneo.
Grazie a questo ed ad altri canali è possibile
la navigazione ininterrotta da Bordeaux a Sète e
cioè dall’Atlantico al Mediterraneo.
Avrò sicuramente nostalgia di queste tre
settimane a Tolosa. Ho comunque la fortuna di
abitare tra Telese e San Salvatore e potrò
continuare i miei allenamenti, con un po’ di
fantasia, creando percorsi dalla pista ciclabile
di Telese fino al parco del Grassano sulle
sponde dell’omonimo torrente.
(da
wikipedia) Il progettista del Canal du
Midi fu Pierre-Paul Riquet, ingegnere francese
nato a Béziers, che diresse i lavori, iniziati
nel 1666 e terminati nel 1681. La costruzione
richiese l'opera di 12.000 operai per un periodo
di 15 anni. Il Canal du Midi ha 103 chiuse che
servono a superare un dislivello totale di 190
metri. Considerando anche i ponti, le dighe, e
un tunnel, il canale è costituito
complessivamente da 328 strutture. La via
d'acqua è lunga 240 chilometri, larga 15-20
metri e profonda 2. Quando fu costruito, il
Canal du Midi fu considerato il più grande
progetto della sua epoca, e ancor oggi viene
visto come una grande realizzazione
ingegneristica, tanto che nel 1996 è stato
inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità
dell'UNESCO;
(da
http://it.peacereporter.net) Viaggiare
in barca su un canale o un fiume francese regala
la rara opportunità di vivere in campagna in
modo non sedentario, cambiando luogo e paesaggio
ogni giorno e godendosi la frescura nelle ore
più calde della giornata. L’ora giusta per
cercare un’ansa, ormeggiare e fare un bagno. I
francesi vanno sui canali come andassero a
correre nel parco, li considerano un gioiello
nazionale. In piccola parte li si sfrutta ancora
per il trasporto commerciale, ma il più del
traffico soprattutto su quelli non troppo
profondi è per svago. Moltissimi, specie i
pensionati, passano mesi interi facendosi
trasportare dalla corrente di qualche fiume o
risalendo pazientemente, chiusa dopo chiusa,
qualche canale e svalicando belle pendenze,
anche sopra ai 600 metri s.l.m. Alcuni navigano
per tutta l’estate. A bordo hanno bici, cani,
gatti e, molti, anche un giardino, fiori ed erbe
aromatiche. Gli stranieri colpiscono per grandi
barche fluviali (gli olandesi, gli inglesi ne
mostrano di bellissime). I francesi si
riconoscono per le “peniches”: barche allungate,
basse, comode, dalle quali si scende facilmente.
Le casalinghe più vezzose la decorano con tende
e tendine, pizzi ovunque. Sembrano bomboniere.
Quanto tengano ai loro canali, nati nel Seicento
per svilupparsi prepotentemente sino
all’Ottocento e deperire poi man mano che
prendeva piede la ferrovia, lo si capisce dalla
manutenzione puntuale degli impianti, le
informazioni precise, i bollettini meteo a
disposizione in tutti i porti piccoli e grandi.
(da http://www.leboat.it) Il
turismo fluviale è un turismo verde, che
permette di svolgere attività differenti una
volta scesi dal battello : camminate a piedi sui
sentieri, escursioni in bicicletta, equitazione,
pic-nic, pesca. Tutti i canali hanno la loro
storia, il loro fascino e i loro tesori e alcuni
di essi hanno anche il privilegio di trovarsi
nella prestigiosa lista del patrimonio mondiale
dell’ l’UNESCO, come lo è il Canal du Midi a
partire dal 1996. Oggi, il turismo fluviale è
riconosciuto nel ventaglio dei prodotti
turistici che uniscono il riposo alla vacanza
attiva e alla scoperta della convivialità. Le
regioni, le province e i comuni regolano gli
argini, creano delle soste e fanno conoscere le
loro ricchezze ai turisti che navigano su
canali, laghi e fiumi.
A
partire dal 15°secolo, con la costruzione dei
primi canali, la navigazione fluviale a iniziato
a svilupparsi. Inizialmente di interesse
geografico e economico, le vie navigabili sono
diventate in seguito luoghi turistici
meravigliosi e ben conservati che piacciono
molto ai numerosi amatori di questo “turismo
verde” così affascinante… Grazie al sistema
della chiusa a setaccio, formata da due porte, è
possibile pareggiare la differenza di livello
tra il corso fluviale superiore e quello
inferiore.
Nel 17°secolo : il primo canale di collegamento
fu il Canal de Briare che congiungeva per via
navigabile i bacini della Senna e della Loira.
Inaugurato nel 1681, il Canal du Midi collega
l’Atlantico con il Mediterraneo. Il suo
creatore, il finanziere e architetto Pierre Paul
Riquet, fu il primo a costruire un serbatoio per
alimentare il canale. A partire dal 18° secolo,
la navigazione fluviale si evolve: grazie ai
canali di collegamento, i viaggi diventano più
lunghi. I canali di collegamento permettono di
mettere in comunicazione fiumi appartenenti a
due bacini fluviali differenti, o di sostituire
la circolazione marittima periferica delle merci
con una circolazione su vie navigabili interne.
Nel 19° secolo, il canale diventa una via
strategica e una necessità economica. Comincia a
collegare paesi tra loro (per esempio Francia e
Belgio), così da favorire gli scambi commerciali
sul territorio europeo. In quest’epoca si
contano già più di 468 km. di canali in Francia!
Durante la seconda metà del 19° secolo, la
navigazione fluviale conosce un importante
sviluppo. L’invenzione della diga permette di
canalizzare i corsi d’acqua e i grandi fiumi
come la Yonne e la Seine e di aumentare così la
rete delle vie navigabili europee. In effetti,
l’Europa conta tra i suoi paesi, le più lunghe
reti fluviali navigabili: la Francia (8500 km.),
la Germania (7339 km) e la Finlandia (6120 km.).
La maggior parte della rete continentale delle
vie navigabili (fiumi e canali) è concentrata in
Europa centrale.
Dal 20° secolo, all’indomani della prima guerra
mondiale, la navigazione sui fiumi si rivolge
principalmente al turismo, soprattutto nella
regione dei Norfolk Broads (Inghilterra), culla
del turismo fluviale mondiale moderno. Oggi
l’Europa è la principale destinazione del
turismo fluviale e, grazie allo sviluppo del
noleggio dei battelli senza licenza, numerosi
neofiti provenienti da tutto il mondo scoprono
ogni anno le meraviglie e i tesori dei canali e
dei fiumi.