23 ottobre 2012

 

Il Telesi@ al Printemps de Septembre

di Luigi Sagnella                                                                                                                                                  fotogallery 

Non é passata che una settimana da quando siamo arrivati nella « ville rose », una città calda, ricca di colori e spirito. Una città viva,  giovane e accogliente,  tra le più importanti città universitarie della Francia, Tolosa ci ha accolto, ci ha reso partecipi della sua frenetica sfilata di vita tra esperienze e nuovi legami allacciati in pochi giorni.

Sabato, al terzo giorno di permanenza  qui a Tolosa abbiamo avuto la possibilità di visitare il « Musée des Abattoirs » . Il museo di arte contemporanea e moderna  suddetto  si trova all’interno dell’ antico mattatoio costruito tra il 1826 e il 1833 e vanta una collezione consta di più di 3500 opere. Les Abattoirs ospitano un vernissage d’art contemporain: le Printemps De Septembre.

Le opere più accattivanti , evocative e ricercate sono le foto d’arte di Gerard Rancinan ; perfezione nel dettaglio, ricercatezza e purezza fotografica, con frizzante e ironica provocazione l’artista lancia un allarme contro le degenerazioni di una società che continua a perdere valori .

Presente nel museo una mostra fotografica collettiva direttamente da Mosca intitolata « the Feast of Trimalchion » che con nitidezza e pittoresca fantasia denuncia e condanna l’inutile vantarsi dell’uomo, usando come filo conduttore scene del « Banchetto di Trimalcione » di Petronio Arbitro .

Altra mostra fotografica interessante denuncia della guerra e dell’omofobia é quella di Pierres e Gilles basato sul contrasto di ambientazioni tetre su immagini irriverenti  e travolgenti .

       

Tra opere bizzare, quadri esilaranti tra scatti d’autore e sculture alternative abbiamo passato un’interessante giornata all’insegna dell’arte e della cultura.

Il 18 Ottobre noi  ragazzi del Telesi@ abbiamo visitato « le Musée des Augustins » . Lo splendido edificio in stile gotico meridionale che ospita il museo era un antico convento degli agostiniani  risalente al 1309 confiscato alla Chiesa durante le rivoluzione francese ed adibito a museo per le opere sottratte alla Chiesa stessa. Nell’ Ottocento le stanze adiacenti al tipico chiostro medievale furono rimaneggiate e rimodernate. Oggi ospita importantissime collezioni romaniche, gotiche, delle scuole francesi  dell’800‑900, italiane del XIV e XV secolo, dell’arte fiamminga del XV secolo.

Dopo il boato di stupore suscitato dall’incantevole chiostro trecentesco, oasi di riposo e tranquillità nel cuore della città, abbiamo cominciato la nostra visita dalle sale dedicate all’epigrafia medievale. Tra gli androni decorati ed affrescati del museo abbiamo fatto un salto nel Medioevo ammirando « Notre Dame de Grasse » piccola scultura che conserva ancora i colori originali del XIII secolo.

Ad un tratto dinanzi a noi si é mostrato in tutta la sua magnificenza il meraviglioso soffitto affrescato della chiesa conventuale. Creava una particolare atmosfera la luce che penetrava  della vetrata  a colori caldi del rosone. In questo suggestivo ambiente sono esposte opere di orgoglio italiano come « S. Agostino e S. Giovanni » del Perugino, « il martirio di San Giovanni e San Paolo ».

Lungo la navata centrale ci ha colpito un particolare : una mano impressa nel pavimento diventata metafora del nostro viaggio qui. Come il palmo di quella mano resterà per sempre impressa nel pavimento di quella fastosa chiesa così Tolosa e le esperienze ad essa connesse resteranno per sempre in noi per arricchirci come persone e per gettare solide fondamenta ad una buona struttura di responsabilità e competenze in tutti gli ambiti.

Proseguendo siamo rimasti folgorati della disperata espressione della scultura neoclassica di Eugene Thivier « Cauchemar » rappresentante una donna sdraiata vittima delle grinfie di un piccolo demone alato.

Siamo passati poi alle sale dedicate all’arte fiamminga ; merita di essere annoverato un quadro molto particolare di un pittore olandese Otto  Van Schrieck « Serpent, grenuille et papillons » . tra le opere di questo tipo vale la pena citare Baciccio con «  Conversione di  S. Paolo » e Vanvitelli con « piazza S. Pietro di Roma ».

Ci ha lasciati tutti sospesi , a metà tra il balzo e il passo, un quadro di Ernest Boguet, un paesaggio rurale mai portato a termine , incompleto, che ci ha fatto riflettere sul domani, su questo tabù che fa tanto paura ai giovani chiamato futuro, e a ciò che ci aspetta quando la tela della vita sarà pressoché portato a compimento.