Ricordare per ri-educare
Controluce partecipa alla cerimonia di
assegnazione della nona edizione del “Premio
Giancarlo Siani”, presso la sede de “Il Mattino”
di Napoli.
27
anni. Una generazione. Era il 23 settembre del
1985, quando il giovane giornalista napoletano
fu ucciso barbaramente dalla camorra. Aveva
osato ribellarsi alla criminalità organizzata,
all’indifferenza e alla politica corrotta,
all’apatia ideologica e sociale. A Napoli, fare
il proprio dovere per onestà intellettuale,
contro l’omertà istituzionalizzata, significava
rompere le righe, “scassare” il sistema,
colorarsi di eroismo. Perché chi sacrifica la
propria vita per la verità, oltre che essere un
modello, deve necessariamente essere un eroe.
Ogni anno si svolge presso la sede de “Il
Mattino di Napoli”, in via Chiatamone, il
“Premio Giancarlo Siani”, promosso dall’Ordine
dei giornalisti della Campania,
dall’associazione Giancarlo Siani,
dall’Università degli Studi Suor Orsola
Benincasa e dal quotidiano Il Mattino, in onore
e ricordo del giovane giornalista napoletano. Si
tratta di un percorso di memoria, che da
Giancarlo arriva fino a Falcone e Borsellino, un
processo di alfabetizzazione emotiva, per
educare i giovani alla legalità. Orgoglio e
rimorso per quanto accaduto; coraggio e speranza
per le nuove generazioni, alla ricerca di un
riscatto sociale che porti a cambiare mentalità,
a maturare consapevolezze, a rendersi (davvero)
conto delle cose.
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Tra le tante autorità presenti alla
manifestazione sono intervenuti Paolo Siani
(fratello di Giancarlo), Maria Falcone, Virman
Cosenza (Direttore de “Il Mattino”), Stefano
Caldoro (Presidente Regione Campania) Adriana
Maestro e Armando D’Alterio, sovrintendente
della giuria del concorso che ha esaminato i 44
lavori pervenuti, decretando l’ex-aequo finale
di Maria Falcone e Francesca Barra per il libro
«Giovanni Falcone, un eroe solo» e Bruno De
Stefano con il volume «Giancarlo Siani. Passione
e morte di un giornalista scomodo».
“Non possiamo restare disarmati davanti a questa
guerra”, è l’invito/monito di Cosenza, “c’è
bisogno di coesione per la lotta alla
criminalità organizzata, e Scampia ne è un
esempio. Siani è diventato un vero e proprio
metodo giornalistico, di collazione e
collegamento, il prototipo dell’analisi
documentata; il suo ricordo ci dà la forza e ci
aiuta a proseguire la nostra battaglia
culturale”. Lo stesso Caldoro sente il dovere di
“puntare i riflettori, per porre un freno agli
abusi e incoraggiare la legalità”.
![](foto/Siani/image005.jpg)
Gli studenti del Telesi@, accompagnati dal
prof. Collina, hanno così potuto ascoltare da
vicino le testimonianze dei presenti, in un
contesto (quale la sede storica de “Il Mattino”)
già di per sé profondamente suggestivo,
riuscendo persino ad intervistare i protagonisti
dell’evento (gli interventi saranno pubblicati
sul prossimo numero del giornale). Ricordare per
ri-educare, quindi.
Perché raccontare come stanno le cose, vuol dire
non subirle.
“Quando un uomo con la pistola incontra un uomo
con la biro, quello con la pistola è un uomo
morto!” (Roberto Benigni).
![](foto/Siani/image003.jpg)
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