01 luglio 2012

 

Passione

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Sono ragazzi normali: chi passa la mattina al mare, chi litiga con la prof del suo liceo, chi si diverte con la sua fotocamera... Ridono, scherzano, cadono anche dalle sedie[1], amano la musica, adorano il calcio: era questa la “crème de la crème” della popolazione liceale italiana, come alcuni professori l’hanno chiamata. Niente a che vedere insomma, con il classico secchione.  Ormai basta, il luogo comune si è infranto. Giovani astronomi che quest’anno si sono iscritti alla Seconda Scuola di Stelle, organizzata dalla preside Domenica Di Sorbo e dai professori Angela Misiano e Fabrizio Mazzucconi; si sono avvicendati relatori, venuti dalle università di tutta Italia, del calibro dei professori Mazzoni, Rifatto, Covone, Cutispoto, Capaccioli, i quali non solo ci hanno insegnato tutto quel che era possibile nelle (purtroppo soltanto) due ore di affascinante relazione che presentavano all’attentissimo pubblico, ma hanno anche cercato di indirizzarci e di avvertirci circa le nostre scelte future: “Badate che il mondo della ricerca è un mondo difficile, costa una fatica immensa, paga poco, non dà lavoro certo; ma ripeterei 1000 volte la mia scelta perché a far ricerca mi sono divertito davvero un mondo”; sono stati sempre insieme a noi, dal mattino, al pranzo, alle uscite sul territorio, alla cena. E sono pronta a scommettere che, ora che sono tornati nelle loro città portano con sé la soddisfazione di aver visto gli occhi dei ragazzi brillare mentre li ascoltavano, commuoversi davanti alle immagini più straordinarie del nostro universo, entusiasmarsi nel maneggiare i telescopi; ci hanno visti gioire dopo aver risolto un problema e si sono sentiti chiedere “Datemi un altro esercizio!” con una tale voglia di fare!  Abbiamo tutti lavorato con impegno e, alla fine, abbiamo salutato la Scuola di Stelle con un po’ di nostalgia, ringraziando di vero cuore tutti coloro che hanno reso possibile questa fantastica esperienza. E ognuno, finita la Scuola, nell’accomiatarsi dalle nostre guide affermava di voler scegliere una facoltà scientifica, indefessi contro i pronostici più spaventosi, armati solo dell’amore par la scienza e pronti a seguirlo ovunque ci porterà. Perché, in special modo dopo una settimana del genere, quando il cielo ti guarda così, vestito dei suoi dolci misteri, avvolto delle più aspre meraviglie e nascosto tra i suoi più piacevoli enigmi, ma ciononostante da sempre aperto a noi come un libro che contiene tutte le risposte che l’uomo si pone da quando è apparso sulla Terra, quando il cielo ti guarda così, come puoi dirgli di no? Ditemi se non è passione questa!

Un’alunna

 

[1] A buon intenditor poche parole!