Sono
ragazzi normali: chi passa la mattina al mare,
chi litiga con la prof del suo liceo, chi si
diverte con la sua fotocamera... Ridono,
scherzano, cadono anche dalle sedie[1],
amano la musica, adorano il calcio: era questa
la “crème de la crème” della popolazione liceale
italiana, come alcuni professori l’hanno
chiamata. Niente a che vedere insomma, con il
classico secchione. Ormai basta, il luogo
comune si è infranto. Giovani astronomi che
quest’anno si sono iscritti alla Seconda Scuola
di Stelle, organizzata dalla preside Domenica Di
Sorbo e dai professori Angela Misiano e Fabrizio
Mazzucconi; si sono avvicendati relatori, venuti
dalle università di tutta Italia, del calibro
dei professori Mazzoni, Rifatto, Covone,
Cutispoto, Capaccioli, i quali non solo ci hanno
insegnato tutto quel che era possibile nelle
(purtroppo soltanto) due ore di affascinante
relazione che presentavano all’attentissimo
pubblico, ma hanno anche cercato di indirizzarci
e di avvertirci circa le nostre scelte future:
“Badate che il
mondo
della ricerca è un mondo difficile, costa una
fatica immensa, paga poco, non dà lavoro certo;
ma ripeterei 1000 volte la mia scelta perché a
far ricerca mi sono divertito davvero un mondo”;
sono stati sempre insieme a noi, dal mattino, al
pranzo, alle uscite sul territorio, alla cena. E
sono pronta a scommettere che, ora che sono
tornati nelle loro città portano con sé la
soddisfazione di aver visto gli occhi dei
ragazzi brillare mentre li ascoltavano,
commuoversi davanti alle immagini più
straordinarie del nostro universo, entusiasmarsi
nel maneggiare i telescopi; ci hanno visti
gioire dopo aver risolto un problema e si sono
sentiti chiedere “Datemi un altro esercizio!”
con una tale voglia di fare! Abbiamo tutti
lavorato con impegno e, alla fine, abbiamo
salutato la Scuola di Stelle con un po’ di
nostalgia, ringraziando di vero cuore tutti
coloro che hanno reso possibile questa
fantastica esperienza. E ognuno, finita la
Scuola, nell’accomiatarsi dalle nostre guide
affermava di voler scegliere una facoltà
scientifica, indefessi contro i pronostici più
spaventosi, armati solo dell’amore par la
scienza
e pronti a seguirlo ovunque ci porterà. Perché,
in special modo dopo una settimana del genere,
quando il cielo ti guarda così, vestito dei suoi
dolci misteri, avvolto delle più aspre
meraviglie e nascosto tra i suoi più piacevoli
enigmi, ma ciononostante da sempre aperto a noi
come un libro che contiene tutte le risposte che
l’uomo si pone da quando è apparso sulla Terra,
quando il cielo ti guarda così, come puoi dirgli
di no? Ditemi se non è passione questa!
Un’alunna
[1] A
buon intenditor poche parole!
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