Un'altra interessante iniziativa culturale
coinvolge gli alunni e i docenti dell'IIS Telesi@:
l'incontro con la professoressa Donatella Puliga,
docente di Mitologia Classica e Letteratura
Latina presso l'Università di Siena, la quale ha
avuto l'onore di inaugurare, da relatrice quale
è stata, la neonata Bibliotec@.
La conferenza, moderata dal prof. Simone, si è
articolata in due momenti: uno di particolare
riflessione sull'importanza della cultura e un
secondo, più mirato, sul mito di Fiemone e Bauci,
desublimato e confrontato alla realtà
contemporanea, di cui è celato protagonista.
Solo un attento osservatore, infatti, è in grado
di intravedere nelle opere moderne le tracce del
passato, riconoscendole meticolosamente e
facendo tesoro di esse.
Il titolo della conferenza, "Ospitare dio: il
mito di Filemone e Bauci da Ovidio a noi",
risulta essere già molto chiaro e lascia
intendere la grande attualità che dal classico
si può far scaturire.
Filemone e Bauci sono una coppia di poveri sposi
che non possiedono altro che il loro amore,
eppure sono gli unici disposti ad accogliere
Zeus ed Ermes che bussano a tutte le porte della
Frigia chiedendo ospitalità.
Nel mondo antico l’ospitalità è sacra: non conta
chi sia la persona che ci si trova di fronte, è
buon uso farla entrare, rifocillarla e, solo in
ultimo, chiederle il nome o la provenienza.
Come Odisseo riesce a penetrare nella sua reggia
senza essere riconosciuto, facendo tesoro
proprio di questo rito tanto importante e
riconquistando il suo posto, così ognuno
dovrebbe aprire le porte allo straniero senza
porsi troppi interrogativi.
La professoressa Puliga propone l’esempio di
Zeus ed Ermes, due divinità che, attraverso la
metamorfosi, si trasformano in persone comuni,
in due stranieri che chiedono asilo e che non
riescono a trovarlo perché identificati come
estranei e, di conseguenza, visti di cattivo
occhio.
Ma è solo un caso il fatto che essi trasformino
l’acqua in vino? Che ricompensino i due amati
garantendo loro l’eterna vicinanza?
Probabilmente no. Ovidio vuole dirci qualcosa:
egli lascia intendere come il rispetto, la
pietas, il senso del dovere assicurino
gratitudine e serenità a chi li mette in
pratica.
Bisogna allora guardare il diverso, provando a
capire chi, tra l’ospite e il padrone che apre
la porta, si senta più straniero dell’altro.
Proprio come le divinità, infatti, coloro che
hanno una cultura differente offrono una
preziosa ricompensa in cambio della generosità
di chi li lascia entrare: lo scambio, il
confronto, la riflessione e la benevolenza.
E così si è concluso, con un vivo dibattito, il
primo incontro organizzato nella nostra
Bibliotec@.
Consapevoli del fatto che ce ne saranno
tantissimi, sempre più interessanti e sempre più
elevati alla cultura (quella vera!), non
possiamo far altro che attendere la prossima,
meravigliosa occasione per confrontarci con chi
non ha paura di mettere in gioco tutto il
proprio sapere, lasciando che gli assetati di
conoscenza lo facciano proprio.
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