24 maggio 2012

 

Donatella Puliga:

Filemone e Bauci da Ovidio a noi

di Maria Federica Viscardi

Un'altra interessante iniziativa culturale coinvolge gli alunni e i docenti dell'IIS Telesi@: l'incontro con la professoressa Donatella Puliga, docente di Mitologia Classica e Letteratura Latina presso l'Università di Siena, la quale ha avuto l'onore di inaugurare, da relatrice quale è stata, la neonata Bibliotec@.

La conferenza, moderata dal prof. Simone, si è articolata in due momenti: uno di particolare riflessione sull'importanza della cultura e un secondo, più mirato, sul mito di Fiemone e Bauci, desublimato e confrontato alla realtà contemporanea, di cui è celato protagonista.

Solo un attento osservatore, infatti, è in grado di intravedere nelle opere moderne le tracce del passato, riconoscendole meticolosamente e facendo tesoro di esse.

Il titolo della conferenza, "Ospitare dio: il mito di Filemone e Bauci da Ovidio a noi", risulta essere già molto chiaro e lascia intendere la grande attualità che dal classico si può far scaturire.

Filemone e Bauci sono una coppia di poveri sposi che non possiedono altro che il loro amore, eppure sono gli unici disposti ad accogliere Zeus ed Ermes che bussano a tutte le porte della Frigia chiedendo ospitalità.

Nel mondo antico l’ospitalità è sacra: non conta chi sia la persona che ci si trova di fronte, è buon uso farla entrare, rifocillarla e, solo in ultimo, chiederle il nome o la provenienza.

Come Odisseo riesce a penetrare nella sua reggia senza essere riconosciuto, facendo tesoro proprio di questo rito tanto importante e riconquistando il suo posto, così ognuno dovrebbe aprire le porte allo straniero senza porsi troppi interrogativi.

La professoressa Puliga propone l’esempio di Zeus ed Ermes, due divinità che, attraverso la metamorfosi, si trasformano in persone comuni, in due stranieri che chiedono asilo e che non riescono a trovarlo perché identificati come estranei e, di conseguenza, visti di cattivo occhio.

Ma è solo un caso il fatto che essi trasformino l’acqua in vino? Che ricompensino i due amati garantendo loro l’eterna vicinanza? Probabilmente no. Ovidio vuole dirci qualcosa: egli lascia intendere come il rispetto, la pietas, il senso del dovere assicurino gratitudine e serenità a chi li mette in pratica.

Bisogna allora guardare il diverso, provando a capire chi, tra l’ospite e il padrone che apre la porta, si senta più straniero dell’altro. Proprio come le divinità, infatti, coloro che hanno una cultura differente offrono una preziosa ricompensa in cambio della generosità di chi li lascia entrare: lo scambio, il confronto, la riflessione e la benevolenza.

E così si è concluso, con un vivo dibattito, il primo incontro organizzato nella nostra Bibliotec@.

Consapevoli del fatto che ce ne saranno tantissimi, sempre più interessanti e sempre più elevati alla cultura (quella vera!), non possiamo far altro che attendere la prossima, meravigliosa occasione per confrontarci con chi non ha paura di mettere in gioco tutto il proprio sapere, lasciando che gli assetati di conoscenza lo facciano proprio.