20 maggio 2012

 

 

 

L'Arte e la cultura scientifica,

visita all'Abbazia di San Salvatore

di Ciro Alessio Formisano

Sabato 19 Maggio, su iniziativa del progetto “L'Arte e la cultura scientifica”, nato dall'adesione del nostro istituto al Manifesto per la Cultura del Sole 24 Ore, vi è stata una visita guidata all'Abbazia di San Salvatore in presenza dell'Architetto Vincenzo Vallone, responsabile dei lavori di recupero e di ricostruzione della struttura.
Prima della visione dei risultati del restauro, vi è stato un momento di raccoglimento in ricordo della strage di Brindisi, attentato terroristico condotto alle porte della scuola Francesca Morvillo, in cui è rimasta uccisa Melissa, una ragazza di appena sedici anni. Evento di una gravità inaudita su cui la Giustizia ha il dovere di indagare con tutta la meticolosità e l'impegno del caso.

Sebbene non si conosca con esattezza l'epoca della fondazione, gli archeologi sono concordi nel ritenere che l'Abbazia di San Salvatore fosse un fiorente centro religioso agli inizi del XI secolo.

Nel Medioevo fu celebre soprattutto per la notorietà dei monaci che ospitò, tra i quali Anselmo d'Aosta, Primate d'Inghilterra, durante la cui permanenza nell'abbazia scrisse buona parte della sua opera “Cur deus homo”.

Costruita sopra le perimetrie di una villa romana (come testimoniano gli scavi archeologici, i quali hanno portato alla luce due soggetti, probabilmente i proprietari dell'abitazione), l'impianto originario del complesso abbaziale sorge su modello dell'Abbazia di Montecassino, di cui della struttura originaria non resta più nulla: ciò che oggi possiamo ammirare di quest'ultimo luogo di culto altro non è che il risultato di successive ricostruzioni.

L'edificio dell'Abbazia Benedettina del SS. Salvatore è composto da murature perimetrali realizzate in tufelli e materiale di reimpiego proveniente forse dall'Antica Telesia. Presenta tre navate interne, sulle cui parenti è tutt'ora possibile rimirare alcuni affreschi dell'epoca, tra cui una pittura raffigurante Santa Scolastica.

Grazie al lavoro di progettazione dell'Architetto Vallone (fedele sostenitore del cosiddetto “restauro integrativo”) l'Abbazia si presenta così come era stata edificata all'epoca della sua nascita. Le fasi di recupero sono state incentrate sull'applicazione di metodi scientifici in grado di poter ricostruire, in maniera quasi perfetta, le condizioni e le strutture del complesso che sono andate perdute, tumefatte dal logorio del tempo.