Martedì
24 aprile, presso il cinema Modernissimo di
Telese Terme gli studenti dell’I.I.S. Telesi@
hanno incontrato il giovanissimo magistrato
Cantilena, laureatosi all’Università Federico II
di Napoli.
L’incontro-dibattito “Tutto ciò che vorremmo e
dovremmo sapere sull’articolo 18” organizzato
durante l’assemblea d’istituto e promosso dai
rappresentanti si è rivelato proficuo e
interessante per la collettività studentesca, in
quanto capace di chiarire e approfondire temi di
scottante attualità.
L’art. 18 dello
Statuto del lavoratori, come ha spiegato
Cantilena, prevede la tutela del singolo
lavoratore in caso di licenziamento illegittimo
per motivazioni ingiustificate o
discriminatorie. In questo caso l’autorità
giudiziaria è tenuta ad ordinare la
reintegrazione del lavoratore nel medesimo posto
prima del licenziamento. Tale decreto risulta
però valido solo nelle aziende con almeno 15
lavoratori: nelle altre che hanno un numero di
dipendenti inferiore, il datore di lavoro può
scegliere tra la riassunzione ( che differisce
dalla reintegrazione per la perdita
dell'anzianità di servizio e dei diritti
acquisiti col precedente contratto) e il
versamento di un risarcimento (oltre il consueto
TFR).
In sintesi l’art.
18 dello Statuto dei lavoratori rappresenta un
baluardo intoccabile nell’ambito del lavoro
subordinato, in quanto tutela dei diritti degli
stessi. Le modifiche tendenti a superare il
dualismo tra dipendenti e precari e richiedenti
invece una maggiore flessibilità, limiterebbero
di fatto la funzione giurisdizionale in tutela
degli interessi legittimi degli impiegati,
urtando apertamente con l’art. 24. della
Costituzione. Bisognerebbe chiedersi se
l’indennità sia sufficiente a garantire la
difesa dei diritti dei lavoratori e se il
non-intervento del giudice velocizzi i tempi di
risoluzione contrattuale del rapporto.
Dall’altro lato bisogna analizzare le
contraddizioni che ne derivano; l’arbitrarietà
del datore di lavoro nelle decisioni ( che
potrebbe benissimo licenziare un impiegato per
incrementare il suo plusvalore) e l’effettiva
garanzia di indennità che un’azienda con
bilancio negativo può dare al lavoratore
licenziato.
Si tratta di una
delle grandi sfide che l’Italia cercherà di
portare avanti, adeguandosi ai modelli economici
delle altre nazioni. Ce la farà?
E fino a quando
ancora il lavoro, valore morale e
identificazione sociale (secondo Proudhon),
dovrà sottomettersi all’imperialismo dei mercati
internazionali? |