Semplicemente un altro importante e necessario
momento dedicato alla cultura, alla vita, alla
crescita collettiva.
Questa frase può sintetizzare la serata del 1
Marzo, svoltasi nel Palazzo dei Congressi delle
Terme di Telese. Una serata incentrata sulla
figura dell’ex sindaco di Pollica, un unico
titolo, un grande uomo: Angelo Vassallo.
Presenti Gianluca Aceto, Aniello Cimitile,
Pasquale Carofano, Annachiara Palmieri, Stefano
Pisani e Domenica Di Sorbo.
L’evento è stato suddiviso in due momenti
fondamentali: il discorso del giornalista e
autore Luca Pagliari e poi il “processo” a Bin
Laden organizzato dai ragazzi delle classi 5aD
dell’indirizzo Scientifico e 5aB
dell'indirizzo Classico dell’Istituto
d’Istruzione Superiore Telesi@.
“Tento di raccogliere la solitudine che è stata
la sua compagna più fedele, mostrandola in tutta
la sua amarezza. Racconto di un pescatore
speciale che nel 1995 decise di scendere dalla
barca senza cambiare traiettoria, restando
fedele a quanto il mare gli aveva insegnato in
tanti anni di pesca e navigazione.” Ecco la
storia di un uomo straordinario, aneddoti di una
vita fuori dal comune. Coraggio, onestà,
rettitudine, una vita spesa nel rispetto di
questi valori e nella lotta alla speculazione e
all’abuso. E’ proprio in questa battaglia di
legalità che Angelo Vassallo è caduto, vittima
di un sistema spietato e feroce.
E
come le onde del mare che, infrangendosi contro
gli scogli, sembrano avere fine ma un istante
dopo ritornano con vigore, gli insegnamenti del
“sindaco pescatore” hanno lasciato la scia e ora
sono la nostra rotta. Il messaggio che questa
manifestazione ha voluto trasmettere è
profondamente forte. Noi giovani abbiamo un
compito, quello di non dimenticare, perché il
futuro, il mondo, la società possono sul serio
cambiare: basta avere coraggio.
Quasi al termine della serata, dopo aver
lasciato la parola alle autorità locali, al
sindaco di Pollica, Stefano Pisano e alla
Dirigente dell’IIS telesi@, i ragazzi del quinto
anno si cimentano in un processo non del tutto
ordinario. Giudice di questo processo è la
Storia, maestra di vita, che in realtà non
giudica ma ci lascia nel dubbio. E proprio nel
dubbio vi è l’essenza della nostra ricerca della
verità.
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