05 novembre 2011

 

4 novembre

 

Stamane, 4 novembre 2011,  gli alunni delle Classi II S1 e II S2 dell’ I.I. S. Telesi@, sede di Guardia Sanframondi,  su invito dell’Amm/ne Comunale, si sono ritrovati nel piazzale antistante la Casa Municipale per  l’annuale  appuntamento  della ricorrenza del  4 novembre.

Quest’anno, cadendo il 150° anniversario dell’unità d’Italia,  la cerimonia ha fornito nuovi spunti di riflessione e il momento unitario si è fuso con il richiamo alla vittoria di Vittorio Veneto e al ringraziamento alle Forze Armate, che tacitamente operano per la sicurezza nazionale e la pacificazione internazionale. Al caloroso saluto introduttivo del Sindaco ha fatto seguito il discorso del generale De Blasio, che ha ripercorso a grandi linee  la storia dell’unificazione nazionale , dal Risorgimento alle Terre irredente, liberate e riunificate alla madrepatria  proprio con la Grande Guerra.

Dopo l’articolata prolusione introduttiva, conclusasi con un invito al dialogo  piuttosto che alle armi,  si è inserito l’apprezzato intervento degli  allievi del Liceo Scientifico, che è partito, come dalle indicazioni della circolare ministeriale, da un inno risorgimentale “Giovani ardenti”, per passare attraverso una linea antimilitarista all’esaltazione di un mondo fondato sulla pace, invitando ad una lettura storica attenta e critica, al sano “dubbio” nei confronti del libro del sapere, ricordando che” l’uomo fa di tutto ma ha il difetto di pensare”, che “il gioco da inventare  è far sorridere il mondo, non farlo piangere”, che la pace è condivisione, rispetto dell’atro, risposta concreta ai bisogni primari, azzeramento delle differenze sociali. Sono queste le tesi desumibili dai testi di Bertolt Brecht proposti: “La guerra che verrà”, “Generale, il tuo carro armato”, “I bambini giocano alla guerra”, “Amare il mondo”, “Lode del dubbio”.

Alle poesie politiche di Brecht si sono alternati testi poetici di Ungaretti: “Veglia”; “San Martino del Carso”, “Fratelli”. Dallo squarcio del Novecento si  è passati ad una disamina dello “spirito” risorgimentale attraverso le infiammate parole di Giuseppe Mazzini, che ripercorrono il passaggio dalla segretezza d’intenti alla diffusione degli ideali libertari, convertiti da “voti segreti” ad “anelito irrefrenabile”, da “gemito” in “fremito”, allorché “il sangue grida vendetta agli uomini e a Dio e  ogni famiglia conta un martire”, quando “le madri non hanno più sonni, l’amplesso delle mogli ha il tremore e il presagio della separazione..., e al sorriso spensierato degli anni vergini sottentrano anzitempo le cure  dell’ultima età”. E’ allora che suona l’ora della risurrezione.

E’ sembrato opportuno lasciare un monito ai presenti consegnando loro un messaggio tratto da “I miei ricordi “ di Massimo D’Azeglio, che, alludendo agli Italiani, afferma che sono proprio loro i più pericolosi nemici dell’Italia perché l’Italia “non potrà divenire nazione, ben ordinata e ben amministrata finché grandi e piccoli e mezzani, ognuno nella sua sfera non faccia il suo dovere e non lo faccia bene, od almeno, il meglio che può”.

L’intervento si è concluso con un inno ai futuri destini di gloria italiani, quasi a chiudere idealmente il cerchio, abbracciando metaforicamente un ampio spettro della nostra storia più bella, di quella cioè, che parla al cuore e ci rende orgogliosi di essere italiani.

La partecipazione è stata guidata dalla prof.ssa Tommasino, che ha provveduto alla raccolta dell’abbondante  materiale, consegnato agli alunni, che hanno fatto una cernita, operando scelte di carattere stilistico – contenutistico, preferendo un ruolo attivo ed esigendo spazi autonomi di riflessione e di organizzazione guidata. Le classi avrebbero voluto proporre l’avvincente  proiezione della   storia della prima guerra mondiale per immagini, atteso che la platea degli astanti era costituita in particolare da studenti, più “presi” dall’immagine che dalla parola, ma non è stato possibile per ragioni tecnico-logistiche.

Alla manifestazione sono intervenuti inoltre gli alunni della scuola media, che hanno cantato sulle trionfali note di Angiolo Silvio Novaro, quelli del Tecnico, il cui contributo è consistito nella declamazione di un testo di Ungaretti e gli alunni della scuola primaria che hanno proposto un toccante inno all’emblema della patria: il tricolore. La cerimonia ha avuto il suo naturale seguito nella chiesa di San Sebastiano, con la consueta deposizione della corona d’alloro alla lapide dei caduti della grande guerra e la celebrazione eucaristica, che ha toccato i temi del sacrificio, del dovere, della necessità di trasmettere  valori sani alle nuove generazioni.  I ragazzi hanno espresso il desiderio di completare la giornata di storia sul campo visitando il sacrario eretto dai reduci di guerra, che dista qualche chilometro dal paese e si erge su una ripida salita. Giunti  all’ultima tappa, abbiamo assistito ad una ulteriore deposizione di alloro, sulle struggenti note del silenzio, conservando il recente ricordo della preghiera del soldato.

La cerimonia ha avuto termine con un sentito grazie,  per la partecipazione composta, attenta,  attiva e costruttiva,  rivolto ai nostri ragazzi, definiti frutto di una scuola “buona”, ai quali sono stati rinnovati fervidi auguri. Le classi sono ritornate alle consuete occupazioni, ma ricorderanno a lungo un giorno di storia particolare o un giorno particolare della loro storia personale.