Stamane,
4 novembre 2011, gli alunni delle Classi II S1
e II S2 dell’ I.I. S. Telesi@, sede di Guardia
Sanframondi, su invito dell’Amm/ne Comunale, si
sono ritrovati nel piazzale antistante la Casa
Municipale per l’annuale appuntamento della
ricorrenza del 4 novembre.
Quest’anno, cadendo il 150° anniversario
dell’unità d’Italia, la cerimonia ha fornito
nuovi spunti di riflessione e il momento
unitario si è fuso con il richiamo alla vittoria
di Vittorio Veneto e al ringraziamento alle
Forze Armate, che tacitamente operano per la
sicurezza nazionale e la pacificazione
internazionale. Al caloroso saluto introduttivo
del Sindaco ha fatto seguito il discorso del
generale De Blasio, che ha ripercorso a grandi
linee la storia dell’unificazione nazionale ,
dal Risorgimento alle Terre irredente, liberate
e riunificate alla madrepatria proprio con la
Grande Guerra.
Dopo l’articolata prolusione introduttiva,
conclusasi con un invito al dialogo piuttosto
che alle armi, si è inserito l’apprezzato
intervento degli allievi del Liceo Scientifico,
che è partito, come dalle indicazioni della
circolare ministeriale, da un inno
risorgimentale “Giovani ardenti”, per passare
attraverso una linea antimilitarista
all’esaltazione di un mondo fondato sulla pace,
invitando ad una lettura storica attenta e
critica, al sano “dubbio” nei confronti del
libro del sapere, ricordando che” l’uomo fa di
tutto ma ha il difetto di pensare”, che “il
gioco da inventare è far sorridere il mondo,
non farlo piangere”, che la pace è condivisione,
rispetto dell’atro, risposta concreta ai bisogni
primari, azzeramento delle differenze sociali.
Sono queste le tesi desumibili dai testi di
Bertolt Brecht proposti: “La guerra che verrà”,
“Generale, il tuo carro armato”, “I bambini
giocano alla guerra”, “Amare il mondo”, “Lode
del dubbio”.
Alle poesie politiche di Brecht si sono
alternati testi poetici di Ungaretti: “Veglia”;
“San Martino del Carso”, “Fratelli”. Dallo
squarcio del Novecento si è passati ad una
disamina dello “spirito” risorgimentale
attraverso le infiammate parole di Giuseppe
Mazzini, che ripercorrono il passaggio dalla
segretezza d’intenti alla diffusione degli
ideali libertari, convertiti da “voti segreti”
ad “anelito irrefrenabile”, da “gemito” in
“fremito”, allorché “il sangue grida vendetta
agli uomini e a Dio e ogni famiglia conta un
martire”, quando “le madri non hanno più sonni,
l’amplesso delle mogli ha il tremore e il
presagio della separazione..., e al sorriso
spensierato degli anni vergini sottentrano
anzitempo le cure dell’ultima età”. E’ allora
che suona l’ora della risurrezione.
E’ sembrato opportuno lasciare un monito ai
presenti consegnando loro un messaggio tratto da
“I miei ricordi “ di Massimo D’Azeglio, che,
alludendo agli Italiani, afferma che sono
proprio loro i più pericolosi nemici dell’Italia
perché l’Italia “non potrà divenire nazione, ben
ordinata e ben amministrata finché grandi e
piccoli e mezzani, ognuno nella sua sfera non
faccia il suo dovere e non lo faccia bene, od
almeno, il meglio che può”.
L’intervento si è concluso con un inno ai futuri
destini di gloria italiani, quasi a chiudere
idealmente il cerchio, abbracciando
metaforicamente un ampio spettro della nostra
storia più bella, di quella cioè, che parla al
cuore e ci rende orgogliosi di essere italiani.
La partecipazione è stata guidata dalla prof.ssa
Tommasino, che ha provveduto alla raccolta
dell’abbondante materiale, consegnato agli
alunni, che hanno fatto una cernita, operando
scelte di carattere stilistico – contenutistico,
preferendo un ruolo attivo ed esigendo spazi
autonomi di riflessione e di organizzazione
guidata. Le classi avrebbero voluto proporre
l’avvincente proiezione della storia della
prima guerra mondiale per immagini, atteso che
la platea degli astanti era costituita in
particolare da studenti, più “presi”
dall’immagine che dalla parola, ma non è stato
possibile per ragioni tecnico-logistiche.
Alla manifestazione sono intervenuti inoltre gli
alunni della scuola media, che hanno cantato
sulle trionfali note di Angiolo Silvio Novaro,
quelli del Tecnico, il cui contributo è
consistito nella declamazione di un testo di
Ungaretti e gli alunni della scuola primaria che
hanno proposto un toccante inno all’emblema
della patria: il tricolore. La cerimonia ha
avuto il suo naturale seguito nella chiesa di
San Sebastiano, con la consueta deposizione
della corona d’alloro alla lapide dei caduti
della grande guerra e la celebrazione
eucaristica, che ha toccato i temi del
sacrificio, del dovere, della necessità di
trasmettere valori sani alle nuove
generazioni. I ragazzi hanno espresso il
desiderio di completare la giornata di storia
sul campo visitando il sacrario eretto dai
reduci di guerra, che dista qualche chilometro
dal paese e si erge su una ripida salita.
Giunti all’ultima tappa, abbiamo assistito ad
una ulteriore deposizione di alloro, sulle
struggenti note del silenzio, conservando il
recente ricordo della preghiera del soldato.
La cerimonia ha avuto termine con un sentito
grazie, per la partecipazione composta,
attenta, attiva e costruttiva, rivolto ai
nostri ragazzi, definiti frutto di una scuola
“buona”, ai quali sono stati rinnovati fervidi
auguri. Le classi sono ritornate alle consuete
occupazioni, ma ricorderanno a lungo un giorno
di storia particolare o un giorno particolare
della loro storia personale. |