28 aprile 2011

 
STREGATI

L’IIS Telesi@ partecipa alla LXV  edizione del Premio Strega.

A rappresentarlo il professore Giancarlo Simone (delegato del dirigente) e le professoresse Ruggiero, Orsini e Iadevaia  con un gruppo di studenti delle classi III D, VA e VD dell’indirizzo di studi scientifico.

Sfilano i finalisti

.di Matteo Di Donato

Benevento, 27 aprile ’11, al cinema San Marco si percepisce un’atmosfera del tutto nuova. Nell’aria c’è qualcosa di magico, un misto di attesa e adrenalina, trepidazione: per la quarta volta consecutiva  si rinnova l’appuntamento tra la città e la prestigiosa kermesse letteraria.

Il presentatore Gambescia inaugura la manifestazione rivolgendosi direttamente al pubblico, dopo la consueta  “captatio benevolentiae” agli organizzatori: tanto di cappello alla politica mirata, alla fondazione Bellonci e alla società Alberti-Strega per aver difeso un’iniziativa così autorevole.

Il suo proemio è un monito speciale per la coeva questione meridionale, teso a incoraggiare e rianimare le offuscate coscienze della collettività : “Nessuno risolve i problemi se non lo facciamo da soli.” Scrosci di applausi tra il pubblico, forse consapevole.

Poi la presentazione dei 12 finalisti, con l’attrice Margherita Buy che declama divinamente la trama delle loro opere, accentando ogni singola parola, con l’intonazione giusta, emulando perfette tonalità espressive ed emotive.

Ogni termine manifesta così il suo vero valore, indifferentemente dai fonemi ha una propria dignità, una sua bellezza evocativa.

Il primo romanzo in gara è “ L’energia del vuoto” di Bruno Arpaia, un inno alla CERN, alla scienza e alla fisica; “Di fronte ai “grandi misteri da risolvere”, che sono poi le grandi domande dell’Uomo (chi siamo, da dove veniamo, dove abitiamo e soprattutto perché), Dante e Einstein vanno ancora a braccetto, fantasia e ricerca sperimentale sono facce di una stessa medaglia.”

Segue “Malabar” di Gino Battaglia, libro prettamente storico incentrato sulla vita del gesuita Matteo Ricci nell’India del 1500, “ Nina dei lupi” di Alessandro Bertante, sull’esigenza di dover espellere quello che potrebbe distruggerci al fine di ottimizzare la propria prospettiva di futuro; per Bertante infatti “ il mondo fuori è caos e la soluzione è soltanto l’isolamento”.

E ancora “La scoperta del mondo” di Luciana Castellina, ricordi e ricostruzione dell’Italia del dopoguerra, “Ternitti” di Mario Desiati, dalla fabbrica di Eternit, dove si moriva, alla sofferenza odierna sul lavoro, tra la solitudine e la forza di poter davvero salire sul Ternitti (tetto in dialetto pugliese) per reclamare un avvenire migliore.

Si passa poi a “Settanta acrilico e trenta lana” di Viola di Grado; per la più giovane concorrente in gara (21 anni) si tratta di un tema delicato, il silenzio tra madre e figlia e la ricerca di un nuovo modo di comunicare: meglio gli ideogrammi o le parole logorate?

Il settimo libro è “ Nel mare ci sono i coccodrilli” di Fabio Geda, gli occhi di un bambino guardano le cose con un senso diverso e inaspettato; si prosegue con “ Il confessore di Cavour” di Lorenzo Greco focalizzato sulla conversione dello stesso e sui rapporti tra Stato laico e Chiesa cattolica.

Il nono è “ Storia della mia gente” di Edoardo Nesi, vero e proprio trattato di economia applicata basato su un evento reale: la vita di un imprenditore di provincia che affronta i problemi della globalizzazione; poi “ La città di Adamo” di Giorgio Nisini, giallo esistenziale e morale sul confronto col passato : “ Ma chi è mio padre?”. Si continua con “ A cosa servono gli amori infelici” di Gilberto Severini, le lettere di un anziano oppresso dalla solitudine che si rende conto di aver perso l’opportunità più grande della sua vita, che non è l’amore bensì lo scrivere un libro : “ Spesso viviamo senza accorgerci di quello che ci accade intorno”.

L’ultima concorrente in gara è Mariapia Veladiano con la “ Vita accanto”, argomentazione concisa contro le emarginazioni della società dettate dall’aspetto e dai falsi pregiudizi.

Dopo un’attenta analisi dei contenuti, carte alla mano, possiamo affermare che ne è davvero valsa la pena. Esperienza intensa, emozionante ed educativa,  ma non c’era bisogno di ribadirlo, scontato.

Il finale è un invito ai giovani, a credere in se stessi e nelle loro ideologie, perché la generazione tradita ha ancora tempo per riscattarsi. 

Il 7 luglio la tappa conclusiva, soltanto 5 finalisti, nel ninfeo di Villa Giulia, a Roma, si contenderanno l’ambizioso premio, stregati - magari anche loro - dall’incredibile avventura vissuta.

Matteo Di Donato