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Plausi, commozioni e sorrisi alla
rappresentazione teatrale Col senno di poi degli
studenti dell’Istituto Superiore Telesi@,
svoltasi ieri sera al teatro Modernissimo di
Telese Terme.
Lo
spettacolo, nato da un’idea del Dirigente
Scolastico dell’IIS Telesi@ Domenica di Sorbo e
interpretato dai ragazzi del laboratorio
teatrale L’AltroTeatro, si è rivelato un
successo di critica e di pubblico, gremendo la
sala di centinaia di spettatori tra studenti,
insegnanti e cittadini, attratti e incuriositi
dall’evento.
Tra numeri di magia, esibizioni di danza, prove
teatrali e poesia, la rappresentazione Col senno
di Poi, basata su una sceneggiatura scritta dal
Prof. Carlo D’Onofrio, si è proposta, con
professionalità e senso artistico, il delicato
compito di affrontare il tema dell’Unità
d’Italia da una prospettiva del tutto nuova:
vedere e analizzare la nostra storia mediante
mezzi e approcci comunicativi attuali.
Utilizzando dinamiche narrative e
storiografiche, lo spettacolo propone un’
indagine del passato guidata da coordinate
dettate dal presente; l’obiettivo prefissato è
di trovare nella nostra storia vicende,
personaggi e parole attraverso cui riflettere la
nostra condizione di cittadini italiani del
2011.
Il
lavoro svolto – non mancando, a mio avviso, di
un sottile approccio avveniristico – ha appieno
rispettato e soddisfatto le premesse. Lodevole
la commistione, effettuata con arguzia e spirito
artistico, di diversi linguaggi e registri
narrativi che hanno dato alla rappresentazione
un dinamismo visivo, pur mantenendo coerenza di
fondo.
![](foto/Senno_poi-2s.jpg)
Nel corso dei minuti lo spettatore si imbatte in
un processo. Attraverso simboli e figure
retoriche, la rappresentazione mette in scena
una vera e propria genesi del nostro paese:
l’idea di un’Italia unita, con i suoi valori e
con le sue potenzialità, per magia si incarna
nella bandiera tricolore. Emozionante in questo
frangente l’esibizione del talentuoso
prestigiatore Vittorio Ceniccola in arte “Magic
Victor”, che con la sua magia ha livellato l’età
di tutti, donandoci, seppure per qualche minuto,
la possibilità di ritornare bambini.
La
stessa scenografia, minimalista ma sempre
rispondente alle vicende narrate, da
l’impressione di un palcoscenico multiplo: la
presenza del proiettore nell’economia della
narrazione crea una discrepanza non solo
spaziale, ma anche temporale: il palcoscenico e
il videoproiettore sono i mezzi attraverso cui
si esprimono e si sovrappongono le due epoche (
quella ottocentesca e quella contemporanea).
Perfettamente fedele all’approccio adottato, la
lettura delle memorabili parole de Apologia
sull’onestà dei paesi corrotti di Italo Calvino
che, mostrando le illimitate potenzialità della
letteratura, efficacemente riesce ad accendere
nella nostra mente di uomini la consapevolezza
dell’ essere cittadini. Apologia sull’onestà dei
paesi corrotti non è un articolo, né un saggio e
né un’apologia. E’ un racconto e la sua cifra
fondamentale sta proprio nelle sollecitazioni e
riflessioni che crea. “C’era un paese che…”
Apprezzata la scelta di recitare i versi di
Chiamami ancora amore, l’emozionante canzone di
Roberto Vecchioni vincitrice del recente
Festival di Sanremo.
Si
è voluto che le parole facessero da padrone. Il
benessere in una società lo si raggiunge con
l’impegno politico e soprattutto sociale; tali
impegni devono essere presieduti necessariamente
dal pensiero che si incarna solo attraverso le
parole, il linguaggio, scritto o orale che sia.
” …per tutti i ragazzi e le ragazze che
difendono un libro, un libro vero. Così belli a
gridare nelle piazze perché ci stanno uccidendo
il pensiero. ”
Col senno di poi è l’espressione di una
generazione che brama un futuro. L’Italia è un
paese che non sa progettare il futuro per una
serie di ragioni; non dimentichiamoci che siamo
una delle nazioni anagraficamente più vecchie
del mondo. Questo rende difficile pensare e
dunque progettare il futuro perché fatalmente la
nostra prospettiva temporale si accorcia.
![](foto/Senno_poi-1s.jpg)
Banalmente anche sul piano politico: ottenere
consenso su una determinata fascia di elettori
significa presentare proposte e idee che
interessano ad una determinata generazione. Non
vi è mai un’evoluzione perché la nostra società
è imprigionata in un circuito chiuso nel quale i
giovani sono esclusi. Col senno di poi dimostra
che nel paese vi è però una forza pulsante che
spera di venire alla luce, di operare. Questa
forza sono i giovani, custodi e artefici del
presente ma soprattutto del domani, di un
possibile domani.
Forse la similitudine è azzardata, ma l’impronta
a tratti post-moderna (sia estetica che di
contenuti) della narrazione, modella la
rappresentazione come se fosse un racconto
fantascientifico, in cui però i tratti del
genere si capovolgono. La narrativa
fantascientifica è un modo per vedere il
presente allo specchio. Come ogni specchio,
dunque, ci permette di notare le rughe o i
brufoli che ci sfuggono o che dimentichiamo di
avere. In Col senno di poi, lo specchio del
presente non è il futuro, come dovrebbe essere
in un racconto fantascientifico, mai il passato.
La
dimora del futuro di un paese risiede nel suo
passato. E, proprio come diceva Indro
Montanelli, <<Un paese che ignora il proprio
ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si
cura di sapere nulla, non può avere un domani>>.
E ancora: <<L’Italia è un Paese di contemporanei
senza antenati né posteri perché senza memoria
di se stesso>>.
Un
dovuto complimento e ringraziamento alla
Dirigente Scolastica Domenica di Sorbo, alla
Prof.ssa Mirella Colangelo, al Prof. Carmine
Collina, docenti di Italiano e Latino
dell’Istituto di Istruzione Superiore Telesi@, e
alla dott.ssa Carolina Maestro. La loro
professionalità e serietà artistica durante la
fase di preparazione è parte integrante della
rappresentazione. Un plauso a Gennaro
Sebastianelli e Assunta Funaro, per la creazione
di un cortometraggio particolarmente curato sia
dal punto di vista registico che fotografico.
Ma
concedetemelo, la standing ovation è dedicata ai
ragazzi del laboratorio teatrale L’AltroTeatro,
da cui spero di vedere altri lavori.
Ciro Alessio
Formisano
link articolo originale:
http://www.tauros.altervista.org/controluce/?p=1598 |