![](foto/romeo-e-giulietta2.jpg)
Un
tiepido pomeriggio napoletano, la magnifica
cornice del teatro S.Carlo, una classe pronta ad
assaporare le ultime esperienze “di classe”
prima dell’esame. Questi gli ingredienti della
trasferta che ha visto protagonisti noi alunni
della V D del Liceo Scientifico Telesi@.
Già mercoledì 16 marzo avevamo avuto un assaggio
della magia della danza, durante la conferenza
di presentazione dello spettacolo “Romeo et
Juliette” di cui abbiamo apprezzato le prove
generali aperte domenica 20.
Il
trionfo del dinamismo, l’apoteosi dell’armonia,
un’espressione unica di atleticità. In questo si
riassume ciò che è andato in scena domenica sera
sotto i nostri occhi (rapiti o assopiti che
fossero).
In
un continuo susseguirsi di slanci artistici e
passionali abbiamo seguito lo svolgersi della
vicenda di ispirazione shakespeariana che ben si
presta, a mio parere, a una rappresentazione
come quella alla quale abbiamo assistito.
Attraverso la danza è possibile dar voce ai
sentimenti, alle passioni, alle vibrazioni
dell’animo e delle spade in maniera espressiva
ed efficace, coinvolgendo il pubblico in un
tourbillon sentimentale che attraversa tutta
l’opera.
Proprio la comunicazione emotiva dataci dallo
spettacolo è elemento distintivo della nostra
esperienza. I movimenti sensuali e sinuosi degli
artisti-atleti che ci hanno offerto prova della
loro arte hanno conferito interesse al balletto.
Li ho definiti artisti-atleti; ebbene proprio la
componente atletica di questi spettacoli
contribuisce ad aumentare l’ammirazione da parte
del pubblico. Infatti salti, slanci ma
soprattutto ogni sorta di sollevamento vengono
eseguiti con la semplicità più disarmante da
questi poeti dell’aria.
Quella che sicuramente è rimasta più impressa è
l’interpretazione di Giulietta, ballerina dalla
tecnica e dall’espressività sopraffini. Di
appurato fascino la figura della danzatrice lo è
stato prima che per me per autori come
Baudelaire o Verga, che in “Eva” ricollega tutta
l’attrattiva del personaggio femminile al ruolo
che essa esercita quando indossa le vesti di
ballerina.
Tuttavia la figura di Juliette è stata solo la
punta di una piramide costruita e puntino e
orchestrata nel più sapiente dei modi dalla
regia. Dai costumi alle musiche, dalle
scenografie ai passi tutto ha concorso a
catapultarci nella Verona dei due giovani. Tra
un duello e un acuto, tra un suicidio e una
piroetta abbiamo assaporato nella totalità il
fascino e la magia del balletto, abbinato alla
poesia e alla lirica, nella sintesi trionfale di
più arti. La poesia a commuoverci e
coinvolgerci, il canto a destare la nostra
attenzione e la danza a lasciar liberamente
esprimere le nostre emozioni e i nostri
applausi.
Giovanni Burro
link articolo originale:
http://www.tauros.altervista.org/controluce/?p=1588 |