27 marzo 2011

 

Il Primo Balletto Non Si Scorda Mai

fonte:

http://www.tauros.altervista.org/controluce/, articolo del 25-03-2011

 

Un tiepido pomeriggio napoletano, la magnifica cornice del teatro S.Carlo, una classe pronta ad assaporare le ultime esperienze “di classe” prima dell’esame. Questi gli ingredienti della trasferta che ha visto protagonisti noi alunni della V D del Liceo Scientifico Telesi@.

Già mercoledì 16 marzo avevamo avuto un assaggio della magia della danza, durante la conferenza di presentazione dello spettacolo “Romeo et Juliette” di cui abbiamo apprezzato le prove generali aperte domenica 20.

Il trionfo del dinamismo, l’apoteosi dell’armonia, un’espressione unica di atleticità. In questo si riassume ciò che è andato in scena domenica sera sotto i nostri occhi (rapiti o assopiti che fossero).

In un continuo susseguirsi di slanci artistici e passionali abbiamo seguito lo svolgersi della vicenda di ispirazione shakespeariana che ben si presta, a mio parere, a una rappresentazione come quella alla quale abbiamo assistito. Attraverso la danza è possibile dar voce ai sentimenti, alle passioni, alle vibrazioni dell’animo e delle spade in maniera espressiva ed efficace, coinvolgendo il pubblico in un tourbillon sentimentale che attraversa tutta l’opera.

Proprio la comunicazione emotiva dataci dallo spettacolo è elemento distintivo della nostra esperienza. I movimenti sensuali e sinuosi degli artisti-atleti che ci hanno offerto prova della loro arte hanno conferito interesse al balletto. Li ho definiti artisti-atleti; ebbene proprio la componente atletica di questi spettacoli contribuisce ad aumentare l’ammirazione da parte del pubblico. Infatti salti, slanci ma soprattutto ogni sorta di sollevamento vengono eseguiti con la semplicità più disarmante da questi poeti dell’aria.

Quella che sicuramente è rimasta più impressa è l’interpretazione di Giulietta, ballerina dalla tecnica e dall’espressività sopraffini. Di appurato fascino la figura della danzatrice lo è stato prima che per me per autori come Baudelaire o Verga, che in “Eva” ricollega tutta l’attrattiva del personaggio femminile al ruolo che essa esercita quando indossa le vesti di ballerina.

Tuttavia la figura di Juliette è stata solo la punta di una piramide costruita e puntino e orchestrata nel più sapiente dei modi dalla regia. Dai costumi alle musiche, dalle scenografie ai passi tutto ha concorso a catapultarci nella Verona dei due giovani. Tra un duello e un acuto, tra un suicidio e una piroetta abbiamo assaporato nella totalità il fascino e la magia del balletto, abbinato alla poesia e alla lirica, nella sintesi trionfale di più arti. La poesia a commuoverci e coinvolgerci, il canto a destare la nostra attenzione e la danza a lasciar liberamente esprimere le nostre emozioni e i nostri applausi.

Giovanni Burro

link articolo originale:

http://www.tauros.altervista.org/controluce/?p=1588