3 dicembre 2010

 

"Meno letteratura per favore!", Filippo La Porta e il suo sguardo sull'Italia degli scrittori

 

Telese Terme

"La letteratura ha vinto, ma nel modo peggiore! E' diventata solo consumo!" Ne ha per tutti Filippo La Porta, famoso saggista, giornalista e critico letterario, alla presentazione del suo ultimo libro "Meno letteratura per favore!".

L'evento, che rientra negli incontri settimanali della Fondazione Gerardino Romano, è sorto in collaborazione con l'Istituto d'Istruzione Superiore Telesi@ che l'ha ospitato nella sede di Viale Minieri n.9, mercoledì scorso alle 18.30.

"La nostra scuola" ha affermato la Dirigente Di Sorbo in apertura "è felice di accogliere eventi come questo, di collaborare con le associazioni culturali, di avere le porte aperte, anche di sera! E' questo uno dei nostri più nobili intenti".

La presentazione del libro è stata curata dal prof. Felice Casucci, presidente della Fondazione Romano e docente di Diritto Privato all'Università del Sannio, e dall'autore stesso. Ospite d'eccezione: la comica romana Francesca Reggiani, che a sorpresa, ha deciso di partecipare all'evento.

"Meno letteratura per favore" perché oggi, spiega l'autore, tutto è letteratura, tutti pretendono di fare letteratura; però non una letteratura nel senso alto del termine, ma una letteratura d'intrattenimento, di svago, di moda. "E questo avviene perché la pubblicità ha riempito la nostra vita". Sin da Carosello, infatti, la pubblicità si fonda su racconti.

Colpevoli di questa svendita del valore della letteratura, secondo l'autore, sono proprio i salotti alto borghesi (o "radical-chic" come li definisce l'autore), fautori di una mezza-cultura che banalizza la letteratura a strumento di apparenza culturale e svago.

E allora quale letteratura va salvata? "La letteratura del jet lag, quella che cambia l'esistenza, che scuote, che dà una ragione di vita. Esiste anche l'intrattenimento, ma non tutto può avere questo fine".

Passa al setaccio tutta gli autori italiani contemporanei il grande critico e fa gustare ai presenti tutto il suo sapore di assolutismo estetico, filtrato da una cultura con pochi pari. Si rammarica infatti di non poter "dimostrare la sua verità", come invece fanno i matematici, ma di doversi limitare ad argomentare, ciò che per i saggisti è cosa più frequente.

"Al primo posto degli scrittori italiani, per me, ci sono Niccolò Ammaniti e Sandro Veronesi", il primo variegato e molto pop, il secondo passionale e molto capace.

Da non sottovalutare sono i racconti, che sono forse la migliore espressione, secondo l'autore, della letteratura italiana. "Di questo genere ricordo un autore tra tutti: Walter Siti. Già docente alla Normale di Pisa e autore televisivo per la De FIlippi".

Il noir italiano non si salva: una copia "senza luoghi" del noir americano.

E come non parlare di Roberto Saviano? "Usa un linguaggio giornalisticamente piatto ed è un sedicente eroe che combatte la spettacolarità con la spettacolarità, con una visione del mondo manichea: tutto bene o tutto male, e lui si ritiene uno dei migliori rappresentanti del bene". Ad ogni modo, La Porta ne salva il carattere didattico: "Saviano è necessario alla nostra società, perché aiuta a farci capire la differenza tra giusto e sbagliato".

E poi... Alessandro Baricco: un talento retorico che non ha nulla da raccontare, il creatore della "letteratura da pianobar". Umberto Eco: scrittore di opere plastificate che soddisfa il bisogno di "università" che hanno gli italiani. Andrea Camilleri: una spezia. Ken Follet: un divulgatore della cultura di massa. Alberto Bevilacqua: la sua non è letteratura, perché non è interessante. Erri De Luca: uno scrittore che si "traveste" da radicale, si traveste da estremista, famoso per la sua enfasi. Margaret Mazzantini: rischia di naufragare per la sovrabbondanza di materiale che utilizza (guerre, amore, bioetica, ecc.).

E una lacrima di ammirazione per Pier Paolo Pasolini: il più grande critico letterario italiano della seconda metà del '900, il padre di una letteratura vista come "interrogazione", un altro autore che purtroppo oggi rischia di essere commercializzato.

Quando gli si chiede "cos'è la letteratura?" La Porta risponde con la sua comune franchezza: la letteratura è tutto ciò che è interessante, da un romanzo a una partita di calcio. Tutto ciò che dà motivazione, trasporto; non è un caso che le autobiografie siano le opere migliori di un autore.

E poi l'epilogo tragicomico e provocatorio: "Il destino dell'enorme tradizione umanistica italiana ci è suggerito da un episodio di South Park. Gli eredi della nostra letteratura saranno gli ultimi, i barboni, i poveracci pagati dai figli di papà per leggere i classici al posto loro e recensirli!"

Il sorriso amaro di Filippo La Porta ha concluso nel migliore dei modi una serata che rimarrà nella memoria dei presenti.

Gianclaudio Malgieri

Studente del Liceo Scientifico dell'Istituto d'Istruzione Superiore Telesi@ di Telese Terme (BN). Collabora con il quotidiano "Il Corriere del Sannio" come cronista da Telese Terme, ha scritto per "Asclepiadi" e "Il Sannio quotidiano".