Sollecitato
da più parti a dare qualche indicazione pratica
e “spicciola” agli insegnanti degli istituti
professionali che in questi giorni sono
impegnanti nell’avviare il “riordino” imposto
dal ministro Gelmini, ho steso un promemoria,
indubbiamente non esauriente, ma forse
sufficientemente chiaro e praticabile.
Occorre effettuare una lettura/studio attenta,
consapevole e condivisa dei documenti normativi
e didattici che avviano il riordino, e in
particolare de:
-
il dPR del 15 marzo 2010, n. 87, Regolamento
recante norme per il riordino degli istituti
professionali, a norma dell'articolo 64,
comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008,
n. 112, convertito, con modificazioni, dalla
legge 6 agosto 2008, n. 133;
-
la Direttiva Miur del 28 luglio 2010, n. 65,
contenente in allegato le Linee guida per
l’attuazione del riordino degli istituti
professionali;
-
le Linee guida per l’attuazione del riordino
degli istituti professionali;
-
il dm del 22 agosto 2007, n. 139,
Regolamento recante norme in materia di
adempimento dell’obbligo di istruzione e
relativi allegati;
-
il dm del 27 gennaio 2010, n. 9, contenente
il modello di certificazione delle
competenze relative all’adempimento
dell’obbligo di istruzione.
Da
tale lettura/studio emergerà che l’insegnamento
tradizionale fondato su apprendimenti
disciplinari finalizzati all’acquisizione di
date CONOSCENZE valutate con voti decimali è
integrato e, per certi versi, superato da un
insegnamento il più possibile pluridisciplinare
e traversale finalizzato all’acquisizione, al
termine del primo biennio di studi, di
determinate COMPETENZE, veicolate
dall’acquisizione delle relative CONOSCENZE e
ABILITÀ, tutte opportunamente indicate e
descritte nelle citate Linee guida.
La
valutazione decimale continua a essere
esercitata, ex lege, al termine dei periodi tri-
o quadrimestrali di insegnamento/ apprendimento.
La valutazione delle prove intermedie, avendo
essenzialmente carattere formativo e non
conclusivo, può essere espressa anche e
soprattutto mediante motivati giudizi verbali,
orali o scritti. Va anche considerato il peso
che ha la dimensione affettiva e motivazionale
di un alunno, opportunamente richiamata nelle
Linee guida, nella misura in cui incide nella
esecuzione di una performance, anche perché
costituisce una dimensione importante delle
stesse competenze.
Tutto ciò comporta che la lezione cattedratica e
le verifiche continue costituite da
esercitazioni scritte e orali siano implementate
da attività didattiche meno rigide, più ricche,
numerose, flessibili e partecipate. Occorre
sollecitare e promuovere attività di ricerca
attiva e partecipata realizzate dagli studenti,
singoli e in gruppo, soprattutto mediante la
strategia laboratoriale, opportunamente
richiamata e descritta nelle Linee guida,
secondo la logica del “meno lezione e più
scoperta”! In altri termini, dovrebbe prevalere
lo slogan: “no a un insegnante che parla, sì a
un insegnante che fa fare”.
Ne
consegue che le verifiche tradizionali
(interrogazioni e compiti in classe, rigidamente
computati) debbono cedere il posto a una serie
di verifiche continue individuali e collettive.
Discussioni guidate, individuali e di gruppo,
frequenti prove aperte e prove oggettive,
opportunamente esplicitate e partecipate,
prodotti esiti di ricerche mirate, permetteranno
un controllo in itinere continuo ed efficace
delle attività didattiche che si andranno via
via realizzando.
Va
opportunamente ricordato che le attività
didattiche hanno un respiro biennale (due bienni
più un quinto anno), per cui le progettazioni
didattiche avviate nel primo anno debbono avere
come traguardi finali le COMPETENZE CULTURALI E
DI CITTADINANZA che gli alunni sono tenuti a
conseguire al termine del secondo anno di studi
e che sono chiaramente descritte sia nelle
citate Linee guida che negli allegati 1 e 2 al
dm n. 139 del 22 agosto 2007, con cui è stato
istituito l’obbligo di istruzione decennale. Ai
fini della certificazione, occorrerà utilizzare
l’apposito
modello, di cui al citato dm del 27 gennaio
2010, n. 9. Va anche ricordato che nel prossimo
mese di giugno i consigli delle classi seconde,
oltre alle normali operazioni di scrutinio, sono
tenuti a certificare per tutti gli alunni le
competenze raggiunte e a quale dei tre livelli
indicati dal modello. |